28 maggio 2014 ore: 15:37
Economia

Case per i senzatetto: in Sicilia parte "Housing first"

Il progetto renderà disponibili 35 alloggi a persone senza dimora o con difficoltà abitative. Marco Iazzolino (Housing first Italia): “L’obiettivo è che queste microsperimentazioni possano diventare concreti modelli da seguire”
Senzatetto. Uomo di spalle seduto a terra

PALERMO – Parte in Sicilia il progetto "Housing first" che coinvolge 15 Caritas della Sicilia per offrire una risposta diversa  al problema abitativo, andando oltre i sistemi di accoglienza tradizionali basati su forme di sostegno e alloggio temporaneo. Il progetto, della durata di 18 mesi, renderà disponibili 35 alloggi a persone senza dimora o con difficoltà a mantenere l’abitazione, attivando un percorso di accompagnamento all’autonomia a più livelli.

“Il progetto coinvolge strutture di proprietà delle diocesi e delle parrocchie oltre che di privati, superando la logica dei centri di accoglienza, quali misure emergenziali – spiega don Vincenzo Cosentino, direttore dell'ufficio regionale per la Carità della Cesi e delegato regionale Caritas -. Si vuole realizzare un percorso di ospitalità completo ed attento alla persona, rispondendo all’invito di papa Francesco, che diventa un valido e verificato strumento di fuoriuscita dal bisogno e di promozione della persona e di interi nuclei familiari. Il progetto, della durata complessiva di mesi 18 si pone, appunto, come misura efficace di contrasto alla povertà che può rappresentare un modello per le chiese siciliane in cammino verso il prossimo Convegno ecclesiale,  in programma dal 5 al 13 novembre 2015 a Firenze, dal tema: ‘In Gesù Cristo il nuovo umanesimo’”.

Hounsing first Sicilia mira, infatti, ad inserire le persone senza fissa dimora o con difficoltà all’interno di alloggi, fornendo loro supporto sociale e multidisciplinare, beneficiando, attraverso la Caritas italiana, di un contributo della Conferenza episcopale italiana di 500 mila euro, così come di forme di cofinanziamento da parte delle singole diocesi.

“Il sistema europeo dell’accoglienza dei senza dimora sta evolvendosi – sottolinea  Marco Iazzolino, referente network Housing first italia - richiedendo una maggiore attenzione all’aspetto dell’accompagnamento della persona verso la fuoriuscita dalla propria posizione di marginalità sociale. In Italia il progetto sta coinvolgendo 52 città italiane che stanno intraprendendo un modello di accoglienza della persona  fragile che va al di là dell’approccio tipicamente assistenzialistico, riuscendo a garantire alla persona maggiori benefici in termini di sicurezza ed un percorso graduale di avvio all’autonomia. L’obiettivo è che queste microsperimtazioni possano diventare concreti modelli da seguire per l’inclusione sociale”.

Il progetto è stato presentato questa mattina nella sede della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) da don Vincenzo Cosentino, e da Marco Iazzolino, referente network Housing first Italia promosso dalla Fiopsd (Federazione Italiana Organizzazioni Persone Senza Dimora). (set) 

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