Colf e badanti, Assindatcolf: "Con le deduzioni avremmo 300mila lavoratori regolari in più"
Colf a lavoro in una villa
Roma - Se le famiglie italiane potessero dedurre integralmente il costo del lavoro di colf, badanti e baby-sitter potrebbero recuperare fino a 5-6 mila euro l'anno e questo porterebbe all'emersione 'dal nero' di almeno 300 mila lavoratori. La stima e' di Andrea Zini, vicepresidente dell'Assindatcolf, associazione nazionale dei datori di lavoro domestici (componente Fidaldo e aderente Confedilizia), intervistato dalla Dire.
Zini parla di deduzione totale del costo del lavoro dal reddito imponibile della famiglia: "Una misura che costa parecchio, 900-950 milioni- ammette- ma porta anche dei vantaggi". Innanzitutto per le famiglie perche', ad esempio, "per una badante convivente sui 15-20 mila euro l'anno una famiglia riuscirebbe a recuperare 5-6 mila euro".
Eppoi vantaggi per l'erario. "A fronte di 900 mila rapporti di lavoro domestici censiti dall'Inps ce ne sono altrettanti in nero. Reputiamo ci potrebbe essere una emersione di almeno 1/3 di quelli non regolari", spiega il vice presidente di Assindatcolf.
Il settore e' stato escluso dagli sgravi contributivi sugli assunti per i primi 3 anni e oggi le famiglie possono dedurre solo i contributi Inps. L'associazione dei datori di lavoro domestico avanza questa proposta al governo in vista della legge di stabilita': "Le commissioni Lavoro di Camera e Senato sono state informate in sede di Jobs act e alcuni esponenti della maggioranza hanno chiesto degli aggiornamenti".
Quello del lavoro domestico e' un settore in crescita dal punto di vista economico ed occupazionale. E' fra i primi 10 contratti collettivi in Italia e "con l'emersione stimata di 300 mila lavoratori saremmo tra i primi per numero di addetti", spiega il vicepresidente dell'Assindatcolf, Andrea Zini.
Nel periodo pieno della crisi, tra il 2008 e il 2012, c'e' stato un aumento dell'occupazione con 250 mila addetti in piu'. Poi, nel 2013-14 si e' passati da poco meno di 1 milione a 890 mila. L'eta' media della popolazione continua ad aumentare e questo aumenta la necessita' di lavoratori nel settore domestico. "Il Censis ne stima come necessari altri 500 mila da qui al 2023", sottolinea Zini.
Sono lavoratori che suppliscono alle mancanze del welfare pubblico e oggi "anche le famiglie con un reddito medio-basso hanno la necessita' di avere l'assistenza di una persona, anche per un tempo limitato e provvisorio". Il problema e' che le conseguenze lunghe della crisi aumentano lo stress fiscale delle famiglie che oggi, senza le agevolazioni proposte da Assindatcolf, "sono costrette o a passare al 'nero' o a lasciare a casa la baby-sitter o la signora che ogni tanto viene a stirare".
(DIRE)