5 aprile 2016 ore: 14:15
Non profit

Competenti e motivati: ecco gli operatori che trovano lavoro nel terzo settore

Il no profit genera occupazione ma non ci si improvvisa operatori del terzo settore. Servono competenza e preparazione tecnica. È questo il messaggio lanciato dal Forum Terzo Settore durante l’infoday organizzato questa mattina a Porta Futuro, il centro per l’orientamento, la formazione e il lavoro di Roma per gli studenti delle scuole superiori del Lazio
Riforma terzo settore. Mani colorate e scritta

ROMA - Quali sono le competenze necessarie per lavorare nel no profit e le professioni che trovano più spazio nel settore? A queste domande hanno cercato di rispondere le associazioni che hanno partecipato questa mattina a “Infoday, il lavoro del/nel Terzo Settore”, una giornata dedicata agli studenti delle scuole superiori del Lazio. L’iniziativa si è svolta a Porta Futuro, il centro per l’orientamento, la formazione e il lavoro di Roma ed è stata organizzata dal Forum Terzo Settore.
Capacità di relazionarsi con gli altri, empatia e pensiero creativo sono le doti che deve possedere chi lavora in questo campo. “Per trovare occupazione bisogna valorizzare le capacità personali che ognuno possiede”, ha spiegato Anna Vettigli, referente Lega Coop Lazio per le cooperative sociali. “Bisogna avere conoscenze tecniche, saper essere ma anche saper fare. Un punto determinante è la competenza relazionale con le altre persone, avere la capacità di lavorare in gruppo”.
Ma per lavorare in questo campo, la buona volontà non basta, secondo Giuseppe De Rita, fondatore del Censis: “Per emergere c’è bisogno della compresenza di due elementi: la motivazione e la competenza. L’umanità senza la professionalità non porta alcun risultato”.

Nonostante la crisi, il terzo settore continua a produrre utili e occupazione. Secondo i dati presentati da Rossana Cerbone, presidente Federsolidarietà Confcooperative Lazio, “in Italia ci sono 12.000 cooperative sociali che danno lavoro a 360.000 persone. Tra il 2001 e 2011 il saldo occupazione è stato del 38 per cento. Questo significa che il no profit ha la capacità di creare lavoro nei momenti di crisi, è un serbatoio di occupazione per i giovani e allo stesso tempo assiste sette milioni di cittadini”. 

Simone Casadei dell’ente di pubblico di ricerca Isfol ha spiegato agli studenti presenti le professioni più richieste in questo settore. “Non ci sono solo psicologici, educatori, mediatori o operatori socio sanitario. Il no profit offre opportunità anche a chi si occupa di informatica, economia o gestione d’impresa”. Il terzo settore negli ultimi anni è cresciuto più velocemente della media nazionale. “Il lavoro sociale è un lavoro qualificato a tutto tondo, non si improvvisa. C’è una continua richiesta di professionalità. Non esiste una figura strategica indispensabile, ma esiste un sistema complesso che necessita di più competenze e di più ruoli. Il no profit è centrale e lo sarà sempre di più per questo bisogna arrivare preparati a questa sfida”.

Durante la giornata sono state presentate diverse attività svolte dalle associazioni che hanno partecipato all’Infoday. Tra queste la Coop Sociale Utopia 2000, la Rete Fattorie Sociali e la Coop sociale Bene Comune hanno mostrato ai giovani come è possibile valorizzare il territorio grazie all’agricoltura sociale e allo stesso tempo produrre occupazione. Infine, Giorgio Marini ha presentato la Scuola del Sociale, una scuola gratuita nata nel 2009 che forma operatori del terzo settore.

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