25 marzo 2014 ore: 15:59
Famiglia

Conferenza nazionale per l'infanzia, "stufi di libri bianchi"

Il 27 marzo si apre a Bari la Conferenza. Liviana Marelli della rete Batti il cinque!: ''Chiediamo un piano per l'infanzia che sia praticabile e sostenibile''. Il nodo dei livelli essenziali e delle risorse
Bambina pensierosa, minori

ROMA - "Sarebbe un buon annuncio" quello della ricostituzione dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, senza il quale non è possibile mettere mano al Piano d'azione. La Conferenza nazionale, che si apre a Bari il prossimo 27 marzo, riparte da qui: dalla consultazione di un'ampia platea di associazioni ed esperti e da un programma attento ai tempi più sensibili. L'Osservatorio e il Piano, tuttavia, mancano da tempo. Parte da qui, per un'analisi dello stato dell'arte, Liviana Marelli della rete "Batti il cinque!". Promossa da Save the Children Italia, Agesci, Arciragazzi, Cgil, Cnca, Consiglio nazionale ordine Assistenti sociali, e Unicef Italia, la rete è nata in occasione della Conferenza nazionale del 2009 di Napoli, durante la quale è stato elaborato un primo documento sottoscritto in occasione da 200 operatori e oltre 50 organizzazioni.

L'ultimo Piano dell'infanzia è del 2011 e l'Osservatorio è fermo dal 2012...
Sì. L'ultimo atto dell'Osservatorio è stato il rapporto di monitoraggio del terzo Piano nazionale per l'infanzia. E senza Osservatorio, niente Piano. Tuttavia sappiamo che su questo fronte qualcosa si sta muovendo; lo sappiano dalle richieste di nomine che sono arrivate, già alcuni mesi fa, ad alcune associazioni.

Allora l'annuncio potrebbe arrivare dalla Conferenza...
Sarebbe un buon annuncio. Ma noi chiediamo anche che il piano per l'infanzia abbia risorse adeguate, perché senza destinazione di risorse rimane un'enunciazione di principi. Chiediamo che sia praticabile e sostenibile. Una delle critiche, che va oltre il documento, è la riduzione continua di risorse. Il Fondo previsto dalla 285, che è già destinato alle sole città riservatarie, è diminuito; in finanziaria non ci sono risorse per la prima infanzia; il fondo per le politiche sociali è stato tagliato; dei 40 milioni destinati ai minori stranieri non accompagnati per il 2014 30 milioni provengono dai fondi di solidarietà dei comuni che hanno deciso di investire. Una perenne e costante diminuzione di risorse legata al fatto che non ci sono i livelli essenziali, senza i quali al peggio non c'è limite. Manca un'asticella per cui possiamo dire: da qui basta.

Che cosa vi aspettate da questa conferenza?
Che non sia un atto dovuto, uno sfoggio di parole o una vetrina vuota, ma un ripartire. Che si rimettano di nuovo al centro le politiche per l'infanzia. Che si smetta di insistere sulla storia che non ci sono i fondi perché gli esperti ci dicono che investire sull'infanzia e sulla famiglia vuol dire risparmiare. E ci aspettiamo da questo governo un'inversione di marcia, che riparta l'Osservatorio, politiche sensate e che si esca da questo sistema di disomogeneità: in Italia abbiamo 20 welfare ma non un welfare nazionale. A Bari sono attese circa mille persone e dunque ci aspettiamo che sia un laboratorio di senso e politiche attive da cui escano decisioni. E infine che in qualche modo si ragioni sul fatto che la sussidiarietà non vuol dire delega, ma richiama alla corresponsabilità. Siamo stufi di libri bianchi, chiunque sia l'autore". (cch)

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