Corridoio umanitario dal Libano, protocollo per mille profughi
Redouane ha sette anni ed e' atterrato questa mattina con il progetto ecumenico dei corridoi umanitari all'aeroporto di Roma-Fiumicino, insieme ad altri trenta siriani, tra cui molti bambini. Il piccolo, fanno sapere in una nota i promotori dell'iniziativa, ha sette anni e una grave malattia alle ossa: ora sara' curato all'ospedale pediatrico Bambin Gesu'. "Qui sara' sottoposto a tutti gli accertamenti che la sua malattia richiede" si legge nel comunicato: "Redouane ha le ossa di vetro. Troppo fragile per essere trasportato, la famiglia due anni fa aveva dovuto rinunciare ad unirsi al primo gruppo partito da Tel Abbas, quel campo profughi nella regione di Akkar al confine con la Siria".
Il suo arrivo ha inaugurato oggi il primo corridoio umanitario dal Libano del secondo protocollo firmato tra gli enti promotori e i ministeri dell'Interno e degli Esteri che prevede l'accoglienza di altri mille profughi.
Questa mattina, al saluto di benvenuto con il vice ministro degli Esteri Mario Giro, e con i promotori dei corridoi umanitari, il pastore Luca Maria Negro e Marco Impagliazzo, rispettivamente presidenti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e della Comunita' di Sant'Egidio, ha partecipato solo il papa' di Redouane, con gli altri sei figli, il piu' piccolo dei quali nato nel campo profughi. La mamma e il bambino raggiungeranno il resto della famiglia tra una settimana a Trento.
Ieri, si legge ancora nel comunicato, e' arrivato a Parigi il terzo corridoio umanitario dal Libano, mentre in Belgio le prime famiglie sono state accolte alla vigilia di Natale.
Ai presenti il viceministro Giro, accompagnato dal sottosegretario Enzo Amendola, ha parlato dei corridoi umanitari come di un "modello adottivo": "Noi oggi vi chiediamo di adottarci come fratelli e sorelle. Un modello che crea sicurezza per chi viene, e per chi accoglie, in un mondo in cui le frontiere sono sempre piu' difficili da attraversare".
Le famiglie arrivate oggi saranno accolte in Lazio, Veneto, Umbria, Marche, Toscana e a Trento, secondo il modello dell'accoglienza diffusa. Questo gruppo sara' affidato alla Comunita' di Sant'Egidio e ai loro partner.
Il progetto nato da Federazione chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola valdese e Comunita' di Sant'Egidio, ha permesso a un migliaio di persone di attraversare il Mediterraneo in sicurezza e prevede entro il 2019 l'arrivo e l'accoglienza di altre 970 persone bisognose di protezione internazionale. (DIRE)