Ecobaratto, cibo a km 0 in cambio di rifiuti: il "modello" di Piazza Armerina
ROMA – Nell’Ecostazione si lasciano rifiuti da riciclare e si guadagnano punti per cibo e altri genere di prima necessità, tutti prodotti a filiera corta. E’ il “modello” adottato da Piazza Armerina (En), città d’arte nel cuore dell’isola, famosa per la Villa Romana del Casale e i suoi preziosi mosaici, patrimonio dell’Unesco. Il progetto “Piazza verso rifiuti zero”, promosso da Legambiente e sostenuto dalla Fondazione con il Sud, ha come partner l’amministrazione comunale, che già gestisce il servizio di raccolta porta a porta. L’ecostazione - che è parte di un quadro più ampio di azioni formative e informative - è stata inaugurata lo scorso 6 giugno e ha raccolto già 40 tonnellate di rifiuti da riciclare. E' inserita nel sistema cittadino di raccolta della differenziata, che garantisce il ritiro dei materiali lasciati dai cittadini.
Funziona così: nel centro di raccolta si possono conferire materiali riciclabili di ogni tipo, dalla carta al vetro, dall’acciaio alla plastica. Il materiale viene pesato e viene assegnato un punteggio a seconda del tipo, che viene poi convertito in punti. I soggetti iscritti al servizio possono barattare i punti in pasta, marmellate, pesce, sottoli, miele e altri generi alimentari e non. Tutti prodotti a chilometro zero, da ritirare presso le aziende. In questo modo, altre a dare nuova vita ai rifiuti, si sostiene anche l’economia di piccola scala, i produttori del territorio. I punti sono caricati su una tessera, personale o a nome di associazioni e cooperative; i cittadini quindi possono scegliere anche di devolvere i propri punti per finalità sociali.
“Il progetto dell’ecostazione – sottolinea la presidente di Legambiente di Piazza Armerina, Paola Di Vita - è la più visibile delle iniziative previste da progetto, perché si tratta di un luogo fisico”. Il comune ha concesso locali all’associazione, in comodato gratuito per il tempo del progetto, e Legambiente li ha arredati con materiale di recupero, realizzando gli impianti all’insegna del risparmio energetico. Un investimento sulla struttura oltre il finanziamento che copre solo il 70% dei costi, spiega Di Vita.
Il programma è partito lo scorso gennaio e ha una sua pagina facebook, attraverso cui l’associazione mette in rete informazioni, spiega come differenziare e si confronta con gli utenti. Prevede iniziative altre, sempre all’insegna del rispetto della natura, come educazione ambientale, concorsi nelle scuole, seminari sugli stili di vita ecosostenibili. Tra queste “Scart’ in piazza” durante il quale giovani artisti creano opere d’arte a partire dai rifiuti. “Ci contattano molti amici dai comuni vicini per avere informazioni sull'ecostazione - si legge sulla pagina Facebook - la cosa ci inorgoglisce un po’. Uno degli obiettivi del progetto è infatti la diffusione delle buone pratiche”.
Insomma l’ecobaratto convince e funziona. “Siamo stati contattati da altri comuni che stanno studiando il modello. - spiega Di Vita - Abbiamo avuto molti dubbi se far partire il progetto, perché il comune era riuscito ad avviare la raccolta porta a porta e ci siamo detti che senso ha? Ma la risposta è alta”. Così a soli pochi mesi dall’apertura i volontari si impegnano a garantire il servizio 6 giorni su 6, tre volontari a tempo pieno. Sono circa 100 i soci e non tutti sono interessati ai punti, quanto alla possibilità di avere un luogo e informazioni per smaltire correttamente i rifiuti. Anche così cresce la sensibilità nei confronti dell’ambiente. (cch)