Fumo, smettere riduce del 50% il rischio di tumore al cavo orale
Smettere di fumare riduce, dopo 5 anni, del 50% il rischio di sviluppare tumori del cavo orale, dell'esofago e della vescica e, dopo 10 anni, di morire per carcinoma del polmone. È quanto emerso oggi nel corso di una conferenza stampa dell'Aiom (Associazione italiana di Oncologia Medica), che si e' svolta presso l'Auditorium del ministero della Salute. "Gli studi sui meccanismi carcinogenetici- hanno fatto sapere gli esperti- sono per la maggior parte concentrati sul carcinoma polmonare, sede per la quale e' ben accertato che il fumo di tabacco aumenta il rischio per tutti i tipi istologici fino a 20 volte. La durata del fumo di sigarette e, in minor misura, il numero di sigarette fumate (intensita') rappresentano i piu' importanti determinanti del rischio di carcinoma polmonare".
Nel 2015, intanto, sono state stimate 41mila nuove diagnosi di tumore del polmone (circa il 30% fra le donne). "Si registra una marcata diminuzione di incidenza negli uomini (in relazione alla riduzione dell'abitudine al fumo)- hanno proseguito dall'Aiom- pari a -1,4%/anno negli anni piu' recenti. A questa tendenza, purtroppo, fa riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne (+2,7%/anno dal 1996 al 2014). Quanto alla mortalita', secondo dati Istat, nel 2012 sono state osservate 33.538 morti: rappresenta la prima causa di decesso per tumore nei maschi (il 26% del totale dei decessi) e la terza nelle donne, dopo mammella e colon-retto (11% del totale dei decessi)". La percentuale di sopravviventi a 5 anni fra i pazienti, invece, e' moderatamente aumentata tra i primi anni '90 e la fine del primo decennio del 2000, passando "dal 10 al 14% nei maschi e dal 12 al 18% nelle femmine".
Il tumore del polmone rimane ancora oggi una neoplasia a prognosi particolarmente sfavorevole, pertanto poco contribuisce, in percentuale, alla composizione dei casi prevalenti. "Complessivamente e' stato stimato che nel 2010 vivevano in Italia 82.795 persone con tumore del polmone, pari al 4% di tutti i pazienti con diagnosi di neoplasia", hanno concluso gli esperti.(DIRE)