27 marzo 2014 ore: 17:00
Famiglia

Gori: "Non c’è un piano B, il governo investa di più nel welfare sociale”

L'analisi del sociologo alla Quarta Conferenza nazionale per l’infanzia. "Non c’è mai stata un’età dell’oro, il settore sociale è sempre stato svantaggiato e ridotto rispetto alla spesa pubblica complessiva"
Infanzia, minori, bambini in posa

Bari  - Cos’è successo negli ultimi anni e cosa possiamo imparare da quello che è accaduto? Prede le mosse da questa domanda l’intervento di Cristiano Gori nell’atelier su povertà e minori all’interno della Quarta Conferenza nazionale per l’infanzia in corso di svolgimento a Bari. "La spesa sociale dei Comuni ha avuto una crescita lenta ma costante dagli anni ‘90 al 2010 per poi passare ad una riduzione del 4,6% nel biennio 2011-12. Nel 2011 cambia drasticamente lo scenario proprio mentre la domanda sociale cresce”. “In realtà – spiega ancora Gori – non c’è mai stata un’età dell’oro, cioè il settore sociale è sempre stato relativamente svantaggiato e ridotto rispetto alla spesa pubblica complessiva. Questo scenario ci riporta ad alcune conseguenze con assenze che si ripetono e arretramenti e l’equazione della crisi diventa welfare socialeuguale a prestazioni per casi gravi. La terza conseguenza dopo l’incremento dei posti nido dell’ultimo decennio (2000-2010), è illeggero calo di bambini nei nidi per cui si diffonde il fenomeno dei posti vuoti perché non sono supportati da politiche di sistema”.E allora quali sono le prospettive e dunque il futuro del welfare sociale? “In termini di spesa – dice nettamente Gori – non c’è un piano B: o lo stato centrale mette più soldi sul welfare locale o si avanza verso un ulteriore arretramento del welfare sociale. Non c’è Stato-bancomat, né Stato-regolatore, abbiamo imparato che bisogna far sposare diritti e sussidiarietà perché questo vuol dire che lo Stato garantisce diritti,  servizi e risposte ai cittadini”. Sono queste le prospettive e non altre e Gori ne delinea tre in maniera chiara: “Garantire adeguati finanziamenti, un orizzonte strategico pluriennale e impedire che si possa tornare indietro definendo uno spazio pubblico che non può essere smobilitato. Su queste tre direttrici si dovrà verificare l’efficacia dell’intervento del governo centrale”. (spa)

 

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