10 aprile 2017 ore: 15:12
Giustizia

Il carcere dopo gli stati generali? “Invece dei ponti, ora vogliono muri…”

Nel bilancio del dopo Stati generali, la necessità di contrastare “il preoccupante cambio di clima” creato da chi vuole alzare muri invece che abbatterli. Giostra, Scandurra e Palma, sull’incontro di oggi promosso da Antigone. “La rivoluzione è partita, adesso bisogna sostenerla”
Messa a la prova, persona lungo corridoio carcere

ROMA - Era partito tutto 2 anni fa con la chiamata a raccolta di 200 esperti che avrebbero dovuto scandagliare il complesso sistema carcere per restituire dignità all’esecuzione penale: dall’architettura alle misure alternative, dalla gestione dei detenuti stranieri a quella delle donne, e dei minori, dal lavoro al trattamento, dalla sanità alle misure di sicurezza. Poi, 12 mesi dopo, la cerimonia conclusiva del movimento culturale che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva chiamato “Stati generali sull’esecuzione penale” e le avvisaglie di un fermento che avrebbe portato ai primi risultati. Marzo 2017: il bilancio a un anno dalla conclusione dei lavori, con l’incontro promosso dal Guardasigilli che ha riunito i capi dipartimento, Santi Consolo (Dap) e Gemma Tuccillo (Dgmc) e i coordinatori dei tavoli.
Oggi, seconda tappa, con un nuovo appuntamento organizzato da Antigone, per delineare il confine netto tra quanto è stato fatto e quanto si poteva fare.
“Che fine hanno fatto gli Stati generali? Carceri e misure alternative: cosa si è fatto, cosa non si è fatto, cosa si poteva fare” il tema della giornata promossa a Roma e che ha visto di nuovo insieme alcuni tra i maggiori protagonisti degli Stati generali, tra cui i capi dipartimento, il coordinatore del comitato scientifico, Glauco Giostra, il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma e il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore.

- Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ha aperto i lavori sottolineando il “cambiamento di clima che si registra. Gli stati generali nascono in un clima di chiara volontà di riforma del sistema penitenziario ma oggi, a un anno di distanza dalla chiusura, il clima politico e culturale è diverso”. Il riferimento è ai decreti sulla sicurezza, sull’immigrazione, al dibattito sulla legittima difesa e sulla certezza della pena.
“C’è un cambiamento preoccupante -  spiega Alessio Scandurra (comitato direttivo) - in cui l’esercizio della delega potrebbe portare risultati molto modesti rispetto a quelli che gli Stati generali hanno legittimamente creato. Se non addirittura di segno opposto”.  Da qui l’appello a tenere alta l’attenzione su questi temi: “Mentre una realtà come Antigone – sottolinea Scandurra – interviene ed è presente, sul fronte culturale sarebbe bene che anche l’università, le professioni forensi e tutte le categorie coinvolte iniziassero a battere un colpo insieme alla politica davanti a un cambiamento preoccupante. Queste le nostre sollecitazioni”.

Preoccupazioni per i “venti contrari” anche nell’intervento di Glauco Giostra per il quale “più di 200 professionisti con competenza, determinazione e generosità hanno tessuto porzioni di stoffa, li hanno cuciti insieme in una grande vela e hanno indicato con fermezza la rotta. E non manca vento a sospingere quella vela, ma ne spira uno contrario di inaudita violenza. Noi gente degli Stati generali - ha sottolineato il coordinatore del comitato scientifico - non abbiamo svolto e archiviato un compito: abbiamo condiviso e condividiamo una causa e a tutti livelli continuiamo a batterci e a testimoniare per essa. Nessuno poteva pensare che una rivoluzione culturale come quella patrocinata dagli Stati generali potesse realizzarsi subito, senza esitazioni e contraddizioni, senza resistenze politiche e culturali. Ma era difficile immaginare che quelle procellarie che si intravvedevano all’orizzonte mentre lavoravamo, convergessero su questa stagione attuale, in una tempesta perfetta: volevamo abbassare ponti levatoi tra carcere e società, e ovunque, anche oltre oceano, si parla soltanto di erigere muri. Avevamo bisogno di una società affrancata dalla paura e tutto, quotidianamente, induce insicurezza. Dovevamo fare affidamento su una forza politica stabile e coesa che portasse avanti il disegno riformatore e tutto si è fatto liquido, precario e imprevedibile. Nonostante queste avversità, però – ha detto Giostra -, gli Stati generali non sono una balena spiaggiata”.

Sollecitando una maggiore attenzione verso la comunicazione, interna ed esterna, Giostra ha sottolineato che “se anche ogni innovazione è frutto di una lenta e faticosissima conquista, sono certo che le centinaia di pagine in cui si è tradotto il nostro lavoro non saranno consegnate alla corrosiva attenzione dei topi. E quanti al di fuori di qui se lo sono sin dall’inizio inconfessabilmente augurato se ne dovranno fare una ragione”.

Per Mauro Palma, garante nazionale dei detenuti “l’incontro di stamattina ha dimostrato due cose: gli stati generali sono stati comunque una apertura di comunicazione, di punti di vista diversi sul carcere, superando anche la barriera che c’è a volte tra magistrati, avvocati, volontari e garanti. Attraverso il lavoro dei tavoli si sono confrontati sguardi diversi attorno ad una idea che è quella di una trasformabilità complessiva delle pene e del carcere. Questo processo non può partorire dei piccoli aggiustamenti, come sembra poi essere avvenuto, e l’espressione in negativo di stamattina è, per così dire che ‘non è per così poco che ci siamo messi in gioco’. Mentre l’espressione in positivo è il riconoscere che si è avviato un processo che non fermi più: oggi c’erano tantissime persone in sala e tante altre sono rimaste fuori e questo desiderio di continuare a riflettere, a parlarsi e discutere attorno a questi temi non si ferma”.
E ora? “Teoricamente – conclude Scandurra parlando della delega – il tempo c’è. E i contenuti pure perché c’è il lavoro degli Stati generali: ci vuole la volontà politica e compito per una realtà come Antigone, ma non solo nostro, è sostenere ed aiutare questa volontà politica in un momento in cui palesemente vacilla”. (Teresa Valiani)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news