Marie, ex prostituta racconta la Germania della legalizzazione. "La tratta non è diminuita"
RIMINI - “Vi racconto la mia scelta di fare il mestiere più antico del mondo”. A parlare è Marie (nome di fantasia), ex prostituta tedesca di Stoccarda. A 40 anni, Marie si è trovata in difficoltà economica, aveva le figlie da mantenere ma era disoccupata, e ha deciso di iniziare questa attività. “Era una scelta lavorativa, eppure dovevo subire uomini di cui non sopportavo neppure l’odore”, racconta. Dopo 2 anni ha iniziato ad avere attacchi di panico, depressione, problemi psichiatrici e ha smesso. Nonostante in Germania la prostituzione sia stata legalizzata nel 2002 e la legge preveda programmi di uscita da questo lavoro, Marie non ha trovato aiuto. “Mi hanno sbattuto la porta in faccia perché non ero vittima della tratta ma avevo scelto volontariamente di prostituirmi”. Oggi Marie fa parte di Space International, organizzazione internazionale che riunisce donne sopravvissute alla prostituzione.
“In Germania ci sono circa 400 mila donne prostituite, i bordelli sono gestiti come hotel e la maggior parte dei guadagni delle donne se ne va in affitto – dice Marie –. Il 90% proviene dai Paesi dell’Est, e non possono denunciare le violenze che subiscono perché resterebbero senzatetto e senza lavoro, quasi tutte sono vittime della tratta che non è certo diminuita con la legalizzazione”. Stasera alle 21 Marie sarà a Rimini per partecipare al convegno “La visione antropologica della donna e il fenomeno della prostituzione” organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e da Agesci all’interno degli incontri del progetto culturale diocesano (Museo della città, ore 21).
In Italia si stima che le vittime della prostituzione siano tra le 75 mila e le 120 mila, il 65% è in strada, il 37% è minorenne. Provengono da Nigeria, Albania, Romania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Cina (dati primo semestre 2016 – Papa Giovanni XXIII). A Rimini le unità di strada della Papa Giovanni XXIII escono 2 volte alla settimana. “Monitoriamo la zona della stazione, del grattacielo, il lungomare e la statale adriatica”, dice Silvia, una delle referenti. In una notte l’unità di strada incontra circa 100 ragazze, la maggior parte ha 30-35 anni e viene dalla Romania, altre arrivano da Ungheria, Bulgaria e Cina. Ci sono anche una decina di persone transessuali, donne peruviane e argentine, “mai viste prima”, e nigeriane “che, con gli sbarchi, sono decisamente in aumento”. Tra di loro ci sono anche minorenni. “In estate con manifestazioni o fiere il numero di ragazze in strada triplica”, continua Silvia. E i clienti? “Si va dai 18enni che ‘festeggiano’ la maggiore età, ai 20enni in vacanza, agli uomini con l’adesivo ‘bimbo a bordo sulla macchina’ fino agli 80enni”. Le tariffe vanno dai 30 ai 50 euro, in una notte una ragazza può arrivare anche a 15 prestazioni. “Ma i soldi non bastano mai, tra l’affitto del marciapiede, il protettore e la casa se ne va tutto”.
Al convegno parteciperanno la senatrice Francesca Puglisi, che ha promosso al Senato un disegno di legge sulla punibilità dei clienti, il questore di Rimini Maurizio Improta, Ilaria Baldini di Resistenza femminista e operatrice in un centro antiviolenza di Milano, Rachele Nanni, responsabile del Progetto Psicologia dell’Ausl Romagna, Irene Ciambezi, giornalista e referente per l’Unità di strada della Comunità Papa Giovanni XXIII, e Kristian Gianfreda della campagna “Questo è il mio corpo”. Obiettivo dell’incontro è parlare di tratta di esseri umani, prostituzione e violenza di genere, cercando di analizzare il fenomeno, l’impatto sociale, il ruolo delle organizzazioni criminali con particolare attenzione al territorio italiano, e le risposte possibili. Nel convegno si parlerà anche di “Questo è il mio corpo”, la campagna contro la tratta promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con altre associazioni (a oggi Azione Cattolica, Nuovi Orizzonti, Liberazione e Speranza, Aquilia, ProVita onlus, Federico nel cuore, Amici di Lazzaro, Movimento dei Focolarini) per chiedere al Parlamento e al governo una legge che sanzioni il cliente sul modello nordico adottato recentemente anche in Francia.(lp)