Piano per l'infanzia, "continuità o cambiamo"
Bari - "Siamo stanchi di documenti in cui sotto c'e' scritto 'sentito il terzo settore'. Non siamo più disposti. Chiediamo ascolto". Liviana Marelli della rete Batti il cinque, durante la Conferenza nazionale sull'Infanzia in corso a Bari, chiede un segnale forte e coraggioso di discontinuita' e scelte diverse, "rinunciando per sempre alla menzogna dell'assenza di risorse". Per Marelli occorre ripartire dai diritti non dai soldi, non perché non siano importanti, ma perché stabilire che esistono diritti non negoziabili obbliga a ripartire da politiche attive e piani a lungo termine, garanzie di risorse certe e contrasto della precarieta' anche degli operatori sociali.
Arianna Saulini coordinatrice Gruppo Crc sottolinea come il piano per l'infanzia sia diventato da strumento biennale per legge nei fatti quinquennale. "Necessario garantire la continuità ma se non e' possibile rivediamo lo strumento e cerchiamo di capire come lo strumento puo' andare sistema". Per l'associazione e' fondamentale assicurare che le azioni del piano siano finanziate e ricorda come l'ultimo piano e stato bocciato dalle regioni proprio dal punto di vista delle mancanza di risorse. "Mettiamo in piedi uno strumento che coinvolga anche le regioni" chiede Saulini. "Visto che i temi affrontati nella Conferenza sono i temi caldi, ci aspettiamo che a questi sia data una programmazione nel piano e ci aspettiamo un'assunzione di governance con la ricostituzione dell'Osservatori". Infine chiede che le raccomandazioni del terzo settore possano essere prese in considerazione nel piano ma anche più in generale nella definizione delle politiche per l'infanzia.
Il Garante dell'infanzia Vincenzo Spadafora si e' detto preoccupato per la mancanza dell'assegnazione di alcune deleghe importanti, ancora nelle mani del presidente del consiglio, come quella della famiglia ma non solo. Ha poi ricordato l'importanza dell'insediamento dell'Osservatorio per l'infanzia, auspicando tempi brevi.