14 aprile 2016 ore: 12:43
Salute

Ri-narrarsi con le opere d'arte: il museo aiuta i malati di Alzheimer

Il progetto del policlinico di Palermo si concentra sulla capacità di osservare, di provare emozioni, di immaginare. Consiste in attività laboratoriali in linea con gli obiettivi posti dalle più avanzate tecniche di riabilitazione cognitivo-comportamentali
Alzheimer davanti a quadri

PALERMO - Ri-narrarsi attraverso l'opera d'arte è un progetto museale, di natura sperimentale, dedicato alle persone con Alzheimer e a chi se ne prende cura. Nasce dalla collaborazione fra Civita Sicilia che cura i servizi educativi della Galleria d’Arte Moderna con l’Unità di Geriatria e lungodegenza e con l’Unità valutativa Alzheimer n°6 del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e con l’associazione A.L.M.A. (Associazione Lotta Malattia Alzheimer). Il progetto, a carattere sperimentale, si concentra innanzitutto sulla capacità di osservare, di provare emozioni, di immaginare attraverso le opere della Galleria d’arte moderna. Si svilupperà intorno a sei percorsi: “Il Paesaggio Interiore”, “Ritratti familiari”, “Auto-ritratto”, “Corpi”, “La vita quotidiana: oggetti e immagini”, “Lo Spazio Urbano”. Il progetto si rivolge a pazienti con demenza di Alzheimer e altre demenze che fanno già parte del gruppo di musicoterapia diretto dalla psicologa Florenza Inzerillo all’interno dell’ ambulatorio dell’Unità Valutativa Alzheimer del Policlinico ai quali si propone la possibilità di esprimersi attraverso l’arte in ambito museale e nello specifico attraverso le opere delle collezioni della Galleria d’Arte moderna e un programma di attività laboratoriali, in linea con gli obiettivi posti dalle più avanzate tecniche di riabilitazione cognitivo-comportamentali. 

- Le persone coinvolte presentano sintomatologie che intaccano innanzitutto l’identità sociale; la perdita di tale identità, richiedendo l’interazione con gli altri, produce una frattura della continuità temporale, l’isolamento sociale e una difficoltà a mantenere il controllo sugli avvenimenti esterni, con una ricaduta immediata sul tono dell’umore. Tuttavia è stato constatato che le persone conservano una propria identità personale con conseguente momenti di auto-consapevolezza. Aiutando il paziente con Alzheimer a rimanere il più possibile se stesso, riprovando emozioni, si cercherà di interrompere un circolo vizioso patogeno innescato da uno spettro depressivo sempre più orientato verso la perdita delle abilità di vita quotidiana e alla perdita di motivazione e interesse. È forte convinzione degli specialisti dell’Unità Valutativa Alzheimer che l’arte, stimolando le risorse che fanno parte dell’identità di ogni individuo, possa facilitare il ricompattamento della propria identità esistenziale, valorizzando quelle potenzialità residue. 

“Attraverso forme partecipate di cittadinanza attiva, il Museo si apre al territorio per diventare strumento di consapevolezza – ha affermato Antonella Purpura, direttrice della Galleria d’Arte Moderna - proponendo un’offerta formativa rivolta agli adulti ai quali si propongono percorsi e iniziative che fanno del museo un luogo di crescita e di educazione”.

“Sia l’università di Palermo che la Galleria d’Arte Moderna hanno grande attenzione al rapporto con il territorio - ha aggiunto Mario Barbagallo, direttore Unità di Geriatria e Lungodegenza del Policlinico – dove i problemi medici e i problemi sociali sono strettamente connessi perché la malattia colpisce la mente, il corpo e la famiglia. Per questo motivo vogliamo portare pazienti e famiglie insieme in questo percorso”. “La demenza è una sindrome dell’epoca moderna – ha affermato Laura Vernuccio, responsabile Unità Valutativa Alzheimer – che aumenta in maniera vertiginosa con l’aumentare della vita media”. (set)

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