23 giugno 2014 ore: 17:04
Economia

Roma, un quarto dei senza dimora rassegnato a restare in strada

Il dato emerge dal censimento "Raccontami" della fondazione De Benedetti e Roma Capitale. Scarsa fiducia nelle istituzioni e pochi posti letto: "Servono interventi per andare oltre l’emergenza"
Augusto Casasoli/Contrasto Povertà: senza dimora, steso a terra,clochard

Povertà: senza dimora, teso a terra,clochard

ROMA – Nell’ultimo anno un quarto (23 per cento) dei senza dimora della capitale non ha fatto niente per abbandonare la strada. Il dato, che emerge dal censimento Raccontami, realizzato dalla fondazione De Benedetti e Roma Capitale, spiega bene la condizione di vita di chi vive in strada ed è portato ad abbandonare progressivamente le aspettative di vita e ogni forma di progettualità.

“La mancanza di progettualità è correlata al tempo di permanenza in strada – spiega Michela Braga, ricercatrice responsabile del progetto -. Chi rimane senza una dimora più a lungo è meno attivo nella ricerca di una via di uscita, e si abbandona alla rassegnazione di restare in questa condizione per sempre”. Secondo l’indagine, che ha censito oltre 3.200 senzatetto romani,  la prima volta che ha dormito in strada il 37 per cento degli intervistati pensava di rimanerci al massimo tre mesi, dopo in media 5 anni, alla data dell’intervista, il 26 per cento pensa ancora di rimanere in strada al massimo tre mesi e il 55 invece non sa, mentre il 6 per cento si rassegna a restare senza dimora per sempre. In realtà, però, la stragrande maggioranza vorrebbe condividere una stanza con qualcuno, anche se il 23 per cento  dei rispondenti dichiara di non aver fatto nulla per abbandonare la strada nell’ultimo anno.

“Quello che emerge è il bisogno di interventi che vadano oltre l’emergenza – continua ancora Braga –a Roma i numeri delle persone in strada sono alti perché c’è carenza di posti letto rispetto alle altre città che abbiamo analizzato, come Milano e Torino”. Dall’indagine risulta anche una scarsa fiducia nelle istituzioni da parte dei senzatetto, che si affidano invece più volentieri agli enti di volontariato.

Tra gli altri dati di Raccontami c’è  l’analisi della situazione di criminalità tra i senza dimora: il 22 per cento ha precedenti penali, nel 62 per cento dei casi la prigione precede l’assenza di dimora. Emerge inoltre che tra le persone senza dimora che attualmente non lavorano l’89 per cento ha svolto un lavoro nella propria vita, Il 47 per cento ha svolto in nero il suo ultimo lavoro, mentre il 56 per cento aveva un contratto di lavoro dipendente. Di questi, il 57 per cento aveva un contratto a tempo determinato. In media chi vive in strada ha perso il loro ultimo lavoro 3 anni fa (2 anni per gli stranieri e 5.2 anni per gli italiani) In oltre la metà dei casi la perdita dell’ultimo lavoro è stata causata dal licenziamento, dal mancato rinnovo del contratto, o dal fallimento dell’impresa.

Per quanto riguarda lo stato si salute: il 17 per cento ha una qualche forma di disabilità/deficienza (motoria, uditiva, psichica), si tratta del  13.3 per cento di chi è in strada e del 19 per cento tra coloro che dormono in dormitorio. Inoltre, il 73 per cento è stato malato nel mese prima della rilevazione e il  32 per cento non si è rivolto ad alcun servizio sanitario.  Tra coloro che non hanno richiesto alcuna assistenza sanitaria, il 36 per cento reputava di non necessitare di una visita medica, il 12 per cento non sapeva dove rivolgersi e  il 7 per cento non possiede i documenti. Infine, il  35 per cento della popolazione dichiara di non possedere vestiti per cambiarsi adeguatamente Problema percepito maggiormente da coloro che sono in strada (50 per cento) e dagli immigrati (41 per cento).

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