Sisma, in mostra (itinerante) gli scatti dei bimbi che vanno a scuola nella yurta
SAN GINESIO (MC) – Scatti sul terremoto ad altezza di bambino, gli occhi dei più piccoli per capire e allontanare la paura. La loro prospettiva per comunicare e riprogettare il futuro, in un racconto fatto di immagini che mettono a nudo giornate e lesioni e chiedono un aiuto concreto per rialzarsi e ricominciare.
“Con gli occhi di bambino – lo sguardo dell’infanzia sul terremoto” è la mostra itinerante che porterà in giro per le Marche, prima, e poi in diverse città italiane, le foto realizzate dai piccoli ospiti dell’agrinido della Natura di San Ginesio, uno dei 4 agrinido di qualità delle Marche, che da gennaio ha trasferito la propria attività in una grande tenda yurta. La struttura originaria lesionata, ora insegnanti, genitori e tecnici si sono messi insieme e stanno promuovendo un progetto per la costruzione di una nuova scuola.
-“I fondi per la ricostruzione – spiega Federica Di Luca, educatrice e titolare dell’azienda agricola ‘La quercia della memoria’ che gestisce l’agrinido – ci permetteranno di costruire il nuovo edificio. Ma il terreno sul quale sorgerà dovremo comprarlo noi e per questo ci serve l’aiuto di tutti”. La mostra, che sarà inaugurata al palazzo dei Convegni di Jesi il 23 maggio prossimo alle 17.30 e resterà nella città marchigiana fino al 28, è un progetto che in questo senso rappresenta una speranza per la ricostruzione, promuovendo la raccolta fondi destinata all’acquisto del lotto.
“In esposizione ci sono le fotografie scattate dai bambini di 3 e 4 anni nel periodo successivo alla scossa del 30 ottobre, nella contrada Vallato di San Ginesio - si legge nella presentazione dell’evento sui social, dove sta già raccogliendo numerose adesioni e richieste - e l’idea parte dalla volontà di narrare la rinascita del centro multifunzionale. Le foto raccontano le passeggiate dei bambini attraverso i luoghi, sono i loro sguardi sul territorio colpito dal terremoto. E’ una documentazione fatta con il cuore, un regalo dei nostri bambini e ai nostri bambini, la legittimazione del trauma del terremoto e l’attento lavoro su alcuni processi riparativi. Nasce dalle esperienze dei bambini dell’agrinido coinvolti nel terremoto del 2016 e vuole portare in giro per l’Italia un messaggio di speranza per la ricostruzione delle strutture del centro infanzia di Vallato”.
In occasione dell’inaugurazione della yurta, il 6 gennaio scorso, c’era stata una prima esposizione delle foto che ora approdano nel progetto più ampio che da Jesi inizierà il suo viaggio per le Marche e per l’Italia, per poi tornare a San Ginesio “in occasione dell’inaugurazione della nostra nuova scuola”. Nel futuro del paese, una struttura progettata in linea con il servizio inserito nell’azienda agricola e spazi decentrati per integrare l’esperienza della fattoria sociale con servizi rivolti anche alla disabilità, alla longevità attiva e al mondo della scuola.
“Il terremoto – spiega Federica Di Luca – ha modificato la geografia dei percorsi frequentati dai bambini, ha mutato le forme architettoniche del paesaggio urbano. Lo sguardo dei bambini è stato catturato da questi cambiamenti e ha dato nome al nuovo paesaggio: ‘scrostato, crepato, crollato, rotto, rovinato… è un pasticcio’. I bambini hanno ridefinito la mappa dei luoghi conosciuti rivolgendo al paesaggio rurale uno sguardo ricco di memorie del passato e carico di idee e possibilità per il futuro.
Il processo di transizione dal campo nido alla yurta è stato accompagnato dal lavoro sui materiali, sulle forme, sui colori e sugli odori del nuovo spazio. Le fratture degli edifici hanno generato la necessità di riparazioni attuabili con i materiali protagonisti delle fragili architetture umane: terra, sabbia e sassi. I segni del trauma sugli edifici si traducono nelle grafiche riparatrici dei bambini, osservazioni di spazi, forme e immagini di ipotetici abitanti futuri”.
I protagonisti della mostra sono: Clarissa, 26 mesi, Miriam, 4 anni e 4 mesi, Nicolò, 23 mesi, Ettore, 3 anni e 5 mesi, Ilenia, 27 mesi, Achille, 3 anni e 3 mesi, Angelo, 4 anni e 2 mesi, Nicole, 3 anni e 4 mesi, Kilian, 22 mesi, Riccardo, 17 mesi, Martino, 3 anni e 4 mesi.
L’esposizione resterà aperta a Jesi dalle 9 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20 ed è stata realizzata dallo staff progettuale allargato composto da Elisa Polzoni, Francesca Ciabotti, Chiara Teloni, Gaia Guadalupi, Letizia Salvucci e Federica Di Luca, e grazie al sostegno del Comune di Jesi, del Gruppo Territoriale Nidi e Infanzia Marche, delle associazioni Kiwanis, ‘Nella Terra dei bambini’ e Ostello Villa Borgognoni, del Centro di Educazione Ambientale Credia Wwf e dei genitori dei bambini dell’Ambito territoriale IX.
“L’obiettivo – spiegano gli organizzatori - è raggiungere il maggior numero di persone per sostenere il percorso di ricostruzione della nuova struttura: un cantiere-progetto 1-6 anni, modello nel dialogo tra architettura e pedagogia, sicurezza e sostenibilità, scuola e paesaggio, innovazione e memoria. Tra natura e cultura rurale”. (Teresa Valiani)