Sostenere la genitorialità in carcere e fare formazione per operatori e volontari
BOLOGNA – Momenti di formazione e informazione dedicati agli operatori del carcere e ai volontari su temi quali residenza, documenti, permessi di soggiorno, rimpatrio volontario assistito, ricerca lavoro, valorizzazione esperienze lavorative, misure alternative, lavoro volontario gratuito in progetti di pubblica utilità. È una delle iniziative proposte da Marcello Marighetti, garante regionale delle persone private della libertà personale, nella sua relazione in Commissione per la Parità e per i diritti delle persone sul programma di lavoro per il 2017/2018 e sull’attività svolta nel 2016. Previsto anche il potenziamento di esperienze e progetti dedicati all’affettività e alla genitorialità in carcere, con particolare attenzione alla continuità affettiva, alle caratteristiche degli spazi preposti e alle modalità di incontro. Inoltre, per quanto riguarda il Carcere minorile del Pratello è in fase di rinnovo il protocollo di intesa per garantire un’attività di ascolto nei confronti dei singoli minori e dei giovani adulti, ma anche degli operatori della presa in carico: protocollo che si vorrebbe estendere ad altre situazioni come, ad esempio, quella della struttura di Castelfranco Emilia (Modena) dove si trovano persone in detenzione sociale. “Tre gli impegni prioritari nel programma di lavoro 2017/2018 – ha detto Marighelli –: visitare con regolarità gli istituti di pena della regione, le rems e gli altri luoghi di limitazione della libertà personale, per prevenire quelle situazioni di rischio di trattamenti inumani e degradanti purtroppo sempre presenti, oltre a concorrere d’intesa con l’amministrazione penitenziaria a favorire il recupero e il reinserimento nella società delle persone detenute. E da ultimo – ha aggiunto – ampliare l’area di osservazione anche a tutte le altre situazioni di limitazione della libertà personale”.
Al 31 maggio nelle carceri della regione sono presenti 3.482 detenuti, 658 in più rispetto alla capienza regolamentare. Circa il 50% sono di origine straniera, le donne sono 145. “La sospensione del procedimento penale con messa alla prova per gli adulti, l’ampliamento dell’ammissione al lavoro all’esterno per i detenuti come lavoro volontario gratuito, l’incremento di sanzioni alternative al carcere, come quella del lavoro di pubblica utilità, sono misure che vanno assumendo un ruolo sempre più importante e possono essere l’occasione per dare una nuova dimensione alla penalità che, pur mantenendo una connotazione afflittiva, sposti il proprio centro dalla custodia della sofferenza legalmente applicata al ruolo attivo dell’imputato o autore di reato nella riparazione del danno”, ha detto Marighelli.
Altro tema affrontato dal garante regionale è stato quello della vigilanza sulle condizioni di vita nelle carceri: “Le visite non annunciate, gli incontri, i colloqui e la corrispondenza con la popolazione ristretta, costituiscono l’attività prioritaria dell’ufficio del garante regionale e restano l’oggetto esclusivo della sua funzione, che non va confusa con altri pur altrettanto rilevanti obiettivi di tutela”. Marighelli ha aggiunto che provvederà a segnalare i casi di comune interesse al difensore civico e al garante per l’infanzia e l’adolescenza. Da gennaio sono 101 le richieste di intervento pervenuto al garante regionale da detenuti, familiari, associazioni, 35 le pratiche già chiuse. Marighelli – in carica da dicembre, quando è subentrato a Desi Bruno che ha concluso il suo mandato quinquennale – ha parlato di “continuità” con l’operato della precedente garante.
Tra i consiglieri sono intervenuti Francesca Marchetti (Pd) che ha sottolineato la necessità, in collaborazione con i servizi sociali, di “fornire ai detenuti, contestualmente alla scarcerazione, gli strumenti per sfruttare le conoscenze acquisite nel periodo di restrizione, promuovendo percorsi di reinserimento lavorativo; e Antonio Mumolo (Pd) che ha sollecitato l’attivazione di percorsi rivolti alle persone in uscita dagli istituti penitenziari, con il “coinvolgimento dei servizi sociali e delle associazioni di volontariato che operano nelle carceri”. (lp)