Sovraffollamento in carcere, l'Italia rischia "centinaia di ricorsi"
Carcere: letti a castello
MILANO - Mancano tre mesi al 28 maggio 2014, data in cui l'Italia deve dimostrare alla Corte europea di aver messo mano al sistema carcerario. Un anno prima, il 28 maggio 2013, è stata multata da Strasburgo: così ha stabilito la famosa sentenza Torreggiani, dal nome di un detenuto del carcere di Busto Arsizio che si è rivolto alla Corte. La Corte ha condannato l’Italia a risarcire Sela, El Haili, Hajjoubi e Ghisoni (altri detenuti che si sono rivolti a Strasburgo come Torreggiani) con 99.600 euro per il danno non patrimoniale. Da allora pendono sull'Italia "diverse centinaia di ricorsi". L'Europa ci ha dato un anno di tempo per migliorare le condizioni di vita nelle nostre carceri per evitare una pioggia di risarcimenti da pagare. Si riuscirà ad evitare questo pericolo? Dall'osservatorio di Milano pare difficile rispondere. "Impossibile prevederlo", ragiona la garante dei detenuti del Comune di Milano Alessandra Naldi, portavoce del Coordinamento nazionale dei garanti. La situazione dei penitenziari dell'area milanese appare identica: dopo un primo svuotamento di San Vittore di 400 persone in merito a una serie di trasferimenti stabiliti per alleggerire il carico delle celle, ora la situazione è tornata ai soliti livelli. "Il carcere è riuscito a respirare solo per un mese". Si discute dell'argomento a Palazzo Marino nel convegno "Carcere e pena", a cui partecipano tra gli altri la presidente della Camera penale di Milano Antonella Calcaterra, i consiglieri comunali Alessandro Giungi e Mirko Mazzali, la consigliera regionale Lucia Castellano e il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Aldo Fabozzi.
Insomma, a Milano sul tema sovraffollamento c'è ancora molto da fare. Stesso discorso per l'apertura delle celle. La sentenza Torreggiani rileva che a Busto Arsizio si trascorrevano 21 ore al giorno ristretti. L'obiettivo ora è raggiungere le otto ore al giorno passate fuori dalla cella. I primi risultati si vedono anche se è difficile mantenere lo stesso standard in tutti i penitenziari. San Vittore, di nuovo, è il carcere dove la situazione è peggiore. C'è una relazione, da poco consegnata al Guardasigilli Annamaria Cancellieri, in cui la commissione Palma ha individuato i provvedimenti da adottare per rendere più vivibile il carcere. Che fine farà con il cambio di governo? A porsi la domanda è ancora Alessandra Naldi, garante dei detenuti del Comune di Milano
A nome del Coordinamento nazionale dei garanti, Naldi si è poi espressa per chiedere "la nomina di un sottosegretario con delega specifica al tema del carcere e dell’esecuzione penale”. "L’obiettivo – prosegue Naldi in una nota - deve essere quello di approfondire insieme gli adeguamenti necessari da apportare alle attuali norme per dotare il Garante di opportunità e strumenti immediati per agire in modo efficace". Aveva già criticato la poca chiarezza riguardo i compiti dell garante durante la sua relazione annuale alla Sottocommissione carceri del Comune di Milano. (lb)