8 maggio 2017 ore: 10:00
Società

Terremoto, Agrinido promosso. Inverno nella Yurta per superare i traumi

Bilancio positivo per l’Agrinido della Natura che da 4 mesi, a San Ginesio, ha trasferito la sua attività in una grande tenda. Nel futuro, il progetto di una nuova scuola, tra ostacoli, solidarietà e partecipazione. “Per noi la Yurta è stata una risposta resiliente al terremoto e di cultura nei pensieri dell’educare”
Agrinido San Ginesio 1

SAN GINESIO (MC) - Una grande tenda Yurta al posto dell’asilo nido lesionato, per ripartire dopo il terremoto. I bagni di lana e il contatto con gli animali da cortile per aiutare i piccolissimi a superare i traumi di scosse e distruzione. Sinergia e lavoro di gruppo che coinvolgono genitori, tecnici e residenti per programmare il futuro e la nuova scuola.
L’Agrinido della Natura, tra i primi nidi d’infanzia bioecologici in fattoria targato Wwf, ospitato prima del terremoto nel centro di Educazione ambientale di San Ginesio, brucia le attese della ricostruzione e tira le somme della propria attività: a 7 mesi dalla scossa che ha reso inagibile la struttura originaria, ‘costringendo’ gli educatori a trasferire l’attività in una tenda, la Yurta ha rivelato tutte le sue potenzialità, promuovendo a pieni voti la scelta dei responsabili del centro, uno dei 4 agrinido di qualità attivi nelle Marche.

- Il bilancio di questa prima fase è positivo: 14 i bambini ospitati, di età compresa tra l’anno e mezzo e i 4 anni e mezzo, un numero di iscrizioni molto elevato per la comunità di riferimento. Famiglie di altre scuole che hanno scelto di portare i piccolissimi nel “nuovo” nido. E la costituzione di un gruppo multidisciplinare che mette in dialogo tutti i soggetti coinvolti nel cantiere-progetto di ricostruzione della scuola: dall’azienda agricola “La Quercia della Memoria”, che gestisce l’agrinido e l’agrinfanzia, all’associazione di genitori ed educatori “Nella Terra Dei Bambini”, dai professionisti e tecnici ai partners (Comune di San Ginesio, Fondazione Chiaravalle Montessori, Ambito territoriale sociale XVI), ai diversi stakeholders: ‘Nati per Leggere’ Provincia di Macerata, ‘Gruppo Nidi e Infanzia Marche’, Parco nazionale dei  Sibillini, assessorato all’Agricoltura delle Marche.

L’avventura nella tenda era iniziata prima di Natale. “Con le scosse di ottobre - racconta Federica Di Luca, educatrice e titolare dell’azienda agricola ‘La quercia della memoria’ – avevamo dovuto lasciare la struttura originaria ma già a novembre eravamo riusciti a riaprire una stanza e riprendere il servizio educativo. Nonostante gli spazi ridotti abbiamo garantito da subito la routine quotidiana dei bambini grazie alla natura del nostro servizio che lavora molto all’esterno e al tempo che è stato clemente. Nel frattempo ci eravamo messi al lavoro in vista dell’inverno anche perché a settembre avevamo aperto un servizio integrato fino a 6 anni che richiedeva nuovi spazi e attenzioni particolari.
L’idea della tenda Yurta è arrivata in automatico perché è una struttura architettonica molto sicura, in linea con le caratteristiche del nostro servizio, bio-ecologica, costruita con materiali naturali e collegata a una cultura pastorale che ci rimanda alle nostre tradizioni. E così, dopo un percorso non semplicissimo, siamo riusciti ad allestirla nell’ultima settimana utile prima della grande nevicata”.

La grande tenda, realizzata con la collaborazione di Coldiretti Marche e il contributo di privati e associazioni, era stata inaugurata il 6 gennaio. “Un’iniziativa importante - aveva sottolineato Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata - perché assicurare un servizio come l’agrinido significa frenare il rischio di spopolamento con il trasferimento forzato della popolazione dopo il terremoto e dare un segnale di rinascita per queste zone”.
Con la forte nevicata di gennaio il Comune aveva chiuso di nuovo i servizi scolastici “ma la nostra Yurta – sottolinea Federica Di Luca – ha risposto splendidamente sia al peso neve, al contrario di molte altre strutture, che ai nostri bisogni: abbiamo bambini molto piccoli che si muovono a terra e la tenda è particolarmente indicata anche alle basse temperature perché riscaldata da una stufa a pellet e integrata da un pavimento con numerose stratificazioni di isolanti.

Il problema, ora, è che oggi, a distanza di altri 4 mesi, siamo nella stessa situazione”. Nel futuro, il progetto di una nuova scuola, ma anche tanti ostacoli da superare.
“I tempi della ricostruzione a quanto pare saranno molto lunghi e ci siamo orientati sulla costruzione di una nuova scuola: una struttura in linea con questo servizio, inserito nell’azienda agricola, e vista l’innovazione, con spazi decentrati in un edificio molto vicino per integrare l’esperienza della fattoria sociale con servizi rivolti anche alla disabilità, alla longevità attiva e al mondo della scuola. Da una parte stiamo lavorando sul progetto di ricostruzione, con una equipe multidisciplinare partecipata e condivisa con chi usufruirà della stessa struttura: elemento di primo piano che manca in tanti progetti di scuole sul nostro territorio. Dall’altra abbiamo avviato una raccolta fondi per acquisire il terreno su cui sorgerà la scuola. Per la ricostruzione ci sarà l’impegno economico da parte dello Stato ma per l’acquisizione del terreno abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti (Info: https://www.facebook.com/nellaterra.deibambini.5)”.

E la Yurta? “La Yurta nel frattempo è diventata anche un luogo aggregante: dopo il servizio educativo abbiamo riaperto i laboratori per l’Anffas, tutti i giovedì ospitiamo ragazzi disabili, gruppi gestiti dalle famiglie che hanno perso la loro sede e hanno voluto mantenere la continuità di relazione con l’azienda agricola e anche questo è molto significativo. La Yurta, come traccia di questo percorso di transizione e resilienza, noi vorremmo mantenerla, anche per dare un valore a queste strutture transitorie che tutte le comunità hanno dovuto attivare”.

Tra le esperienze più significative del percorso didattico, quella con l’agnellino Gustavo e i bagni di lana. “L'agnello Gustavo - spiegano gli educatori - ci riporta alle ricerche sui materiali della Yurta, in particolare alla lana di cui è ricoperta interamente l'architettura in legno della nostra tenda. ‘Sentire’ la lana è sentire il proprio corpo, ricollegarsi alla natura in movimento delle greggi, all’odore pregnante della lanolina, del latte ovino, alla filatura e tessitura. La lana di pecora è una fibra naturale che ha effetti benefici: riscalda, fa traspirare la pelle ed è lenitiva grazie al rilascio di olii eterici che compongono la lanolina. I bambini decelerano il loro ritmo vitale nel silenzio, avvolti in una morbida coperta, mentre il loro corpo viene delicatamente massaggiato da fiocchi di lana. La pura lana di pecora non trasmette solo tranquillità, ma avvolge il corpo in un calore naturale che penetra nella profondità degli strati epidemici, sciogliendo le tensioni. I materiali naturali come la lana sostengono il recupero del benessere e la riparazione dei traumi”.

La Yurta – conclude Federica Di Luca - è un luogo capace di riconnettere adulti e bambini alla Terra, è geometria ricomposta dopo l’evento del terremoto, in grado di generare benessere e qualità dei processi di riparazione. E’ luogo di pace che sostiene la diversità e l’incontro. La yurta non è solo un’architettura d’emergenza ma un progetto di lavoro capace di rimettere in discussione i pensieri dell’abitare, delle architetture educative, dell’educare oggi, in un mondo di fragilità esistenziali, ambientali, sociali ed economiche. Per noi la Yurta è stata una risposta resiliente al terremoto e di cultura nei pensieri dell’educare”. (Teresa Valiani)

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