Viaggio nell’Italia della solidarietà: anziani mai soli con l'aiuto dei volontari
ROMA – In Piemonte 1.500 ragazzi delle scuole superiori vanno a far visita agli anziani soli, a casa o nelle case di riposo. A Crema un gruppo di volontari raccoglie, ripara e fornisce gratuitamente a chi ne ha bisogno gli ausili ortopedici o medicali offerti da privati o case di riposo. A Crotone il riutilizzo di ausili ortopedici dismessi consente di aiutare le persone con temporanee difficoltà motorie e in difficili condizioni economiche. A Cosenza dal 2010 è aperto un ambulatorio medico ‘senza confini’ aperto a chiunque non abbia la disponibilità economica per sostenere cure mediche o il diritto di accesso al Servizio sanitario nazionale. È una fotografia dell’Italia della solidarietà quello realizzato da Auser con il volume “Il saper fare, viaggio nell’Italia della solidarietà, le buone pratiche dell’Auser”, in cui sono raccolte le ‘buone pratiche’ attivate dalle sezioni territoriali dell’associazione in tutte le regioni italiane. “Quello che pubblichiamo è un condensato di esperienze, forze, azioni, fatti che ogni giorno in una variegata molteplicità di contesti ci dicono che si può fare, si fa – ha detto Enzo Costa, presidente nazionale Auser – Bisogna dare un senso concreto alla parola solidarietà, dargli valore, passare dal valore di ciò che hai al valore di ciò che sai, sai fare e puoi donare. Il lavoro fatto con la testa, con le mani e con il cuore può essere la chiave del cambiamento – continua – Bisogna mettere in rete i milioni di volontari che popolano il nostro Pase per ritrovare il ‘gusto’ del nostro agire, quello che ci autolegittima”.
Il volume raccoglie oltre 40 esperienze, progetti, attività e servizi messi in campo da Auser con l’impegno dei suoi volontari in tutte le regioni d’Italia. Il ‘filo rosso’ che lega tutte queste esperienze è l’invecchiamento attivo. D’altra parte nel 2050 una persona su 3 avrà più di 64 anni, una generazione di ‘nuovi anziani’ che desidera autonomia e una vita attiva per la quale occorrono politiche abitative, opportunità di apprendimento e servizi di assistenza domiciliare innovativi. “Auser, da sempre, si colloca in questa prospettiva – racconta Marica Guiducci della presidenza Auser nella prefazione del volume –: creare le condizioni culturali, sociali e legislative affinché le persone della terza e quarta età possano continuare a progettare, partecipare, disporre di un tessuto vivo di relazioni e una qualità alta della vita”. E il volontariato può far molto. “Per continuare a operare per il benessere delle persone e della società va però alimentata un’etica della formazione continua, che permetta ai volontari di crescere come persone, motivandoli, e al contempo fornendo loro gli strumenti necessari per comprendere la realtà, rimettere in discussione procedure consolidate e avviare processi di cambiamento – continua Guiducci – Ciò perché il volontariato può e deve essere un pungolo per la politica la dimostrazione mediante il suo stile di vita e il sapere fare che un’altra via allo sviluppo è possibile se la visione condivisa della società è fondata sugli inalienabili diritti costituzionali”.
A Bolzano i protagonisti sono gli ultraottantenni coinvolti nel progetto “Il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava” con una serie di attività legate alle tecniche espressive, dal teatro d’improvvisazione al canto. In Veneto i volontari Auser dedicano il loro tempo ai malati di Alzheimer o demenza senile e ai loro familiari nel ‘progetto sollievo’. In Tocana hanno raggiunto quota 800 le volontarie coinvolte nelle ‘sartorie della solidarietà’ nate nel 1995 e presenti ormai con 54 postazioni a Firenze, Prato, Pisa, Lucca, Livorno e Piombino. A Trani, in Puglia, nella sartoria della solidarietà le volontarie Auser inegnano a cucire a un gruppo di 10 donne seguite dai Servizi di salute mentale. Sparsi per l’Italia poi ci sono progetti di integrazione per gli immigrati, corsi di computer per superare l’analfabetismo digitale, servizi di supporto alle donne vittime di violenza, volontari impegnati nella vigilanza di parchi, giardini, musei e biblioteche. “Le buone pratiche aiutano a riguadagnare il senso del possibile, a saper costruire visioni, a realizzare una comunità operosa, a rendere merito ai nostri volontari che ogni giorno dimostrano che si può fare”, conclude Costa.
Il volume sarà presentato a Roma il 20 gennaio presso la Cgil nazionale (sala Di Vittorio) in un incontro in cui saranno gli stessi volontari a raccontare le buone pratiche che ogni giorno realizzano. (lp)