24 novembre 2015 ore: 12:56
Giustizia

Violenza contro le donne, Assistenti sociali: potenziare i centri antiviolenza

Giornata contro la violenza sulle donne. La presidente Mordeglia: cultura giustificazionistamolto diffusa tra i più giovani. Violenza asssititira, "alimenta la trasmissione di modelli comportamentali violenti tra generazioni". Appello perché si agisca in fretta
Simona Ghizzoni/Contrasto "Stanze Segrete" Centro Antiviolenza Comunale. Bambino gioca ai piedi delle scale

Centro Antiviolenza Comunale. Bambino gioca ai piedi delle scale

ROMA - . “Che nel nostro Paese circa 7 milioni di donne abbiano subito violenza è già un dato di per sé agghiacciante perché riguarda una donna su tre tra i 16 e i 60 anni: ma che nemmeno il 12% di queste abbiano avuto la forza di denunciarlo la dice lunga su quanta strada – in termini di educazione, interventi giuridici e normativi, strumenti di tutela e protezione – si dovrà ancora compiere per contrastare questo fenomeno che, troppo spesso, assume connotazioni tragiche. Tanto si è fatto ma ancora tantissimo resta da fare e la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne può certamente rappresentare un importante momento di riflessione collettiva su questo fenomeno". E' il commento di Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale degli Assistenti sociali.

“Credo sia importante ricordare sempre – prosegue - che violenza sulle donne significa anche persistenza di pregiudizi, stereotipi, discriminazioni. Troppe volte sembra prevalere una cultura giustificazionista purtroppo molto diffusa tra i più giovani che credono che la violenza degli uomini sulle donne sia dovuta a raptus momentaneo o che sia una manifestazione di troppo amore e che pertanto debba in qualche modo essere giustificata e legittimata. Ecco, è questa cultura che dobbiamo scardinare andando a migliorare la qualità delle relazioni uomo-donna contrastando l'indifferenza e la mancanza di rispetto verso la donna, verso la sua autonomia, verso le sue scelte”.

“Certo – dice ancora Mordeglia - la recente approvazione della Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di protezione dei diritti della donna contro ogni forma di violenza, è un importante passo in avanti; così come lo sono la legge sul femminicidio e quella sullo stalking. I numeri degli omicidi di donne così come gli atti persecutori verso donne registrano un lievi calo, probabilmente più congiunturale che strutturale. Va ricordata l’importanza dell'effettività della pena e di efficaci misure di cura e reinserimento per chi agisce violenza come va però anche sottolineato che il Piano nazionale antiviolenza non è ancora entrato in vigore non consentendo di consolidare quella debole inversione di tendenza che sembra registrarsi”.

Mordeglia sottolinea poi che “serve agire e agire subito: alcuni aspetti, come ad esempio, la violenza assistita producono doppi tragici effetti alimentando la trasmissione di modelli comportamentali violenti tra generazioni. Non è un caso, infatti, che le donne che hanno assistito alla violenza sulle proprie madri tendono a subire passivamente e a giustificare quella nei propri confronti". “Noi ci auguriamo – conclude la presidente degli assistenti sociali italiani - che vengano non solo mantenuti ma decisamente potenziati i Centri antiviolenza e dei servizi alla persona che svolgono fondamentali funzioni di assistenza sociale, legale e psicologica oltre che di accompagnamento al lavoro, che permette alle vittime di violenza di conquistare autonomia”.

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