15 maggio 2017 ore: 14:58
Non profit

Welfare, rapporto sullo stato sociale 2017: in atto una "stagnazione secolare"

Peggioramento della distribuzione del reddito, instabilita' dei proventi da lavoro e delle politiche di consolidamento fiscale, ridotta dinamica della produttivita', invecchiamento demografico, frammentazione anche territoriale dei sistemi ...
Welfare timbro -SITO NUOVO

Roma - Peggioramento della distribuzione del reddito, instabilita' dei proventi da lavoro e delle politiche di consolidamento fiscale, ridotta dinamica della produttivita', invecchiamento demografico, frammentazione anche territoriale dei sistemi produttivi. E ancora: aumento dei segnali di indebolimento della globalizzazione, maggiore difficolta' alla circolazione delle persone, minore propensione e disponibilita' al coordinamento economico, sociale e politico internazionale, con una previsione ad un ritorno delle politiche protezionistiche. E' quanto emerge dal Rapporto sullo Stato sociale 2017, a cura di Roberto Pizzuti, presentato a La Sapienza di Roma.

Le questioni generali affrontate nel testo di quest'anno riguardano la natura della 'grande recessione' iniziata nel 2007, le sue connessioni con l'ipotesi che sia in atto una "stagnazione secolare", la tendenza alla riduzione della dinamica della produttivita', le proposte di decentramento contrattuale dei salari e i ruoli che possono essere affidati all'intervento pubblico e al Welfare State per superare la crisi.

Sono le politiche sociali dell'Unione Europea, secondo il rapporto, che continuano a riflettere l'inadeguatezza della complessiva visione economico-sociale che ha guidato la sua costruzione. Le politiche di bilancio restrittive e particolarmente vincolanti per le economie nazionali gia' deboli, la carenza di politiche industriali tese all'ammodernamento delle strutture produttive e a ridurre le disomogeneita' geografiche esistenti, il contenimento delle risorse rese disponibili a fini sociali, specialmente per le regioni piu' bisognose.

Il nostro Paese, al tempo stesso, ha risentito particolarmente delle modalita' controproducenti della costruzione europea e della 'grande recessione'- si legge nel rapporto- poiche' i loro effetti si sono sovrapposti e mescolati con le cause di un proprio specifico declino operante da un quarto di secolo. (DIRE)

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