2 giugno 2015 ore: 12:14
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2 giugno, "una festa di tutti". I pacifisti chiedono un'altra difesa

A Verona conferenza stampa per la “Festa della Repubblica nonviolenta che ripudia la guerra”. Vignarca: la difesa, un diritto dovere per tutti. Valpiana: sostituire l'anacronistica rivista militare con un corteo di cittadini. Zanotelli: le armi difendono i potenti
Sfilata pacifisti. Bandiera

ROMA - "Nell'ottobre del 2000 l'allora Ministro della Difesa Mattarella sospese il servizio militare obbligatorio, definendo quel provvedimento "il dividendo della pace dopo 50 anni" . Ora il movimento nonviolento e per la pace chiede al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di restituire al 2 Giugno la forza dirompente e smilitarizzata della nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra”. Lo chiede  Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento nel corso  conferenza stampa che questa mattina in occasione  del “Festa della Repubblica nonviolenta che ripudia la guerra”, per chiedere, oltre all’abolizione della parata militare, il riconoscimento della difesa non armata e nonviolenta, attuata dai cittadini.
“L'anno prossimo, nel 2016, la Repubblica compirà i 70 anni. – prosegue Valpiana -  Il miglior regalo sarà l'abolizione dell'anacronistica rivista militare e la sua sostituzione con un vivace corteo di cittadine e cittadini semplici, veri difensori di un'Italia che da Patria armata deve trasformarsi in Patria disarmata”.

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Per la  Campagna ”Un'altra difesa è possibile” si tratta di una giornata per festeggiare la Repubblica e ricordare come sia fondata sul lavoro e sulla pace. La mobiilitazione lanciata dalle principali reti della Pace e del servizio civile (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile - Forum Nazionale per il Servizio Civile - Rete della Pace - Rete Italiana per il Disarmo - Sbilanciamoci! - Tavolo Interventi Civili di Pace), ha recentemente concluso la prima fase di azione consegnando agli uffici della Camera dei Deputati le 50 mila firme necessarie alla presentazione di una Proposta di Legge di iniziativa popolare. "Un testo - spiegano i promotori - che mira alla costituzione del Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta, obiettivo che permetterebbe finalmente, come già prevede la nostra legislazione, di poter assolvere al dovere di costituzionale di difesa della Patria (articolo 52) in maniera non armata".

Per Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo “la festa della Repubblica è la festa di tutti, e la difesa della Repubblica è un diritto dovere che secondo la costituzione attiene a tutti”.   “Nelle norme che costituiscono il Ministero della Difesa- dichiara Vignarca -  non è scritto da nessuna parte che sia solo il ministero delle forze armate e quindi, forti anche del riconoscimento normativo della difesa civile non violenta, ci domandiamo perché il ministro Pinotti non ci voglia ricevere. Potrebbe forse apprendere modalità nuove per impostare le difese del nostro paese, non basate solamente sugli eserciti sulle armi e i cacciabombardieri. Magari anche su questo specifico punto, relativo all'acquisizione di sistemi d'arma, qualche consiglio lo possiamo comunque dare…"

“Nella storia le armi hanno sempre difeso i più ricchi e potenti, - ricorda padre Alex Zanotelli, missionario Comboniano - e i numeri della spesa militare continuano a dirci che ogni giorno spendiamo 5 miliardi di dollari per mantenere eserciti ed armamenti”. Poi il riferimento alla difficile situazione in Libia. “Non possiamo oggi lamentarci di Isis e del terrorismo, che sono figli diretti delle scelte di guerra degli ultimi anni (soprattutto in Iraq). Ed ho paura che i vertici del nostro Governo vogliano la guerra contro la Libia: sarebbe un disastro! In realtà è il nostro stile di vita eccessivo e che distrugge il pianeta (la crisi ecologica!) a creare la necessità di armi e conflitti. Dobbiamo spezzare questo circolo vizioso ed iniziare a costruire delle alternative serie, quotidiane e concrete. Come la proposta di legge “Un’altra difesa è possibile” ha fatto”.

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