3 ottobre, il Papa ai superstiti: “Senza parole per vostra sofferenza, vi sono vicino”
ROMA - “Non ci sono parole per descrivere la vostra sofferenza, ma sappiate che io vi sono vicino”. Così papa Francesco ha accolto in udienza privata 43, tra superstiti e familiari delle vittime del naufragio del 3 ottobre, costato la vita a 366 persone. Il pontefice, che ha dedicato una parola a ognuno degli astanti, ha ricordato che oggi sono ancora troppe le “porte chiuse per chi è costretto a migrare” e ha chiesto a tutti di aprire prima di tutto “le porte del cuore”.
I migranti, indossavano una maglietta con la scritta “proteggere le persone non i confini” (slogan scelto per la Giornata di commemorazione) e hanno raccontato al pontefice i terribili momenti del naufragio avvenuto un anno fa a largo di Lampedusa. Ma hanno anche chiesto aiuto perché si trovi un modo per evitare che le persone siano ancora costrette a rischiare la vita in mare. Alcuni familiari, in particolare, hanno chiesto al papa di intercedere perché si arrivi presto al riconoscimento delle vittime, così da potere riportare le salme nel loro paese.
L’incontro è stato organizzato anche grazie al Comitato 3 ottobre, che ha aiutato familiari e superstiti a tornare in Italia. “E’ stato un incontro bellissimo e toccante – racconta padre Lamanna, presidente del Centro Astalli, presente all’udienza insieme ad altre associazioni– papa Francesco ha ascoltato le richieste di queste persone, ma soprattutto con questo gesto ha voluto testimoniare che questa Chiesa allarga il cuore e alimenta la speranza di cambiare il mondo. Non riesco a spiegare la gioia negli occhi dei migranti nel poterlo incontrare, nel potergli parlare e raccontare le proprie sofferenze. E’ stato davvero un momento bellissimo, è questa la Chiesa di cui abbiamo bisogno. E anche per questo dobbiamo enorme gratitudine a papa Francesco”. (ec)