5 per mille, Lombardia in testa alla classifica dei fondi raccolti
MILANO - I contribuenti lombardi conoscono il 5 per mille e lo utilizzano per sostenere sia le grandi organizzazioni di volontariato o gli istituti di ricerca medica come anche la piccola associazione di quartiere. Su 53.125 enti che nella dichiarazione dei redditi del 2014 sono stati indicati come beneficiari, 10.396 sono lombardi, pari al 19,6% del totale. Non solo. Più di un terzo delle risorse del 5 per mille, per la precisione il 37,2% (quasi 200 milioni di euro), sono arrivate agli enti della Lombardia. È quanto emerge da una rielaborazione dei dati dell'Agenzia delle Entrate, effettuata da Èupolis Lombardia, ente di ricerca della Regione. Gli enti lombardi figurano come beneficiari anche di contribuenti che vivono in altre regioni: non c'è da sorprendersi, visto che hanno la sede a Milano alcune delle realtà al top della classifica dei beneficiari a livello nazionale, come l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (1,6 milioni di scelte espresse, 66,1 milioni di euro destinati), Emergency (398mila preferenze, 13,8 milioni raccolti) -rispettivamente al primo e secondo posto-, o la Fondazione Umberto Veronesi (100mila scelte, 4,7 milioni di euro), all'ottavo posto.
Interessante notare che tra le varie opzioni a disposizione dei contribuenti italiani, quella che raccoglie maggiori adesioni è il volontariato, con il 65,5 per cento. "È un riconoscimento del valore e del ruolo delle associazioni e del terzo settore -commenta Ivan Nissoli, presidente del Centro servizi per il volontariato (Ciessevi) di Milano-. E dimostra anche che sta aumentando la loro capacità di comunicare e di essere trasparenti. Perché è fondamentale rendicontare come si è speso i soldi". Il così alto numero di enti in Lombardia ha però anche un aspetto critico. "C'è ancora troppa frammentarietà nell'associazionismo -aggiunge Nissoli-, con tante piccole realtà di pochi volontari. E quindi anche una dispersione di risorse, che se unite potrebbero essere più efficaci".
Se la Lombardia è al primo posto per l'importo complessivo raccolto, al secondo posto in classifica, con una percentuale pari alla metà di quella lombarda, si piazza il Lazio (19,7 per cento degli enti). Terza, l’Emilia Romagna (6,4 per cento). Seguono, nei primi dieci posti, seppure con quote in alcuni casi minime: il Piemonte (6,1 per cento), il Veneto (5,4 per cento), la Toscana (4,2 per cento), la Liguria (4 per cento), la Campania (2,7 per cento), la Sicilia e la Puglia (2,5 per cento). Dalla decima posizione in poi, a parte il Friuli Venezia Giulia con l’1,8 per cento, le regioni non raggiungono la cifra intera. (dp)