8 marzo, appello all'Europa del Forum disabilità: “Azioni concrete contro le violenze”
ROMA - “Le donne con disabilità sono da 2 a 5 volte più a rischio di violenza rispetto alle donne non disabili. Alcune subiscono sterilizzazione e aborti contro la loro volontà”: lo ricorda, nel giorno della Festa della donna, l'European disability Forum, in qualità di membro della Coalizione europea per porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze. Una coalizione unica nel suo genere, che riunisce 25 reti e Ong europee per la giustizia sociale. “La Commissione europea – ricorda Edf - ha dichiarato il 2017 l'anno europeo dell'azione mirata a combattere la violenza contro donne e ragazze. Insieme, ci appelliamo oggi ai decisori dell'Unione, perché diano senso alla Giornata internazionale della donna, mettendo in campo azioni concrete”.
L'obiettivo di porre fine alla violenza contro le donne è infatti ancora tutto da raggiungere, soprattutto per alcune “categorie”, come le donne con disabilità appunto. “La violenza contro le donne e le ragazze continua ad essere la violazione più diffusa dei diritti umani delle donne in Europa e nel mondo, e colpisce la vita di milioni di donne e bambine. E' estremamente importante essere consapevoli che alcune donne siano maggiormente a rischio di violenza: le donne e le ragazze con una storia migratoria, le donne migranti senza documenti, le donne rifugiate e richiedenti asilo, le donne e le ragazze con disabilità, o lesbiche, transgender o intersessuali, le donne e ragazze rom, le donne senza fissa dimora, le donne musulmane.. Molte donne in Europa subiscono forme di discriminazione nell'accesso alla giustizia, ai servizi di supporto e protezione e nell'esercizio dei propri diritti fondamentali”, riferisce Edf.
“Ci sono circa 46 milioni di donne e ragazze con disabilità in Europa, pari al 60% della popolazione totale con disabilità - riferisce Ana Peláez, presidente del Comitato delle donne dell'Edf - . Il 34% delle donne con problemi di salute o disabilità ha subito violenze psicologiche o sessuali da parte del partner nel corso della propria vita”.
Di fronte a questi allarmanti dati, Edf chiede dunque ai leader dell'Unione europea di mettere in campo azioni concrete di contrasto a questo fenomeno. “L'Unione europea dovrebbe ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), senza ulteriori ritardi – chiede quindi ancora Ana Peláez - Questa è anche una delle raccomandazioni sui diritti umani che l'Unione europea ha ricevuto dalle Nazioni Unite nel 2015, come un passo fondamentale per garantire la protezione delle donne e delle ragazze con disabilità, in quanto maggiormente esposte a violenze, abusi e sterilizzazione forzata”. (cl)