8 marzo. Violeta, Sokina, Gladis e le altre: dallo sfruttamento a una vita normale
Foto: Sokina Tagikistan
Foto: Sokina Tagikistan |
Abbandonata alla nascita e cresciuta con la nonna ad Harare (Zimbabwe), Gladis ha subito violenze sessuali durante l’adolescenza, ha vissuto in strada, si è prostituita, ha fatto uso di droghe. Violeta è originaria di Lima, è stata avviata alla prostituzione dalla sorella Amelia quando aveva 16 anni. Sokina, originaria di Gulobos in Tagikistan, si è sposata a 20 anni, è andata a vivere con il marito, i suoceri e la famiglia del cognato, ha subito violenze fisiche e il costante controllo della suocera che le impediva di gestire i soldi che il marito le inviava dalla Russia. La vita di Gladis, Violeta e Sokina è cambiata grazie ai progetti a sostegno delle donne promossi dal Cesvi. Presente in 24 Paesi, la ong ha attivato 113 progetti attraverso i quali sostiene oltre un milione di persone in 4 continenti. In Africa, Asia e America Latina aiuta le donne che vivono in condizioni di emarginazione e sono vittime di violenza e sfruttamento.
Gladis è stata accolta nella Casa del sorriso aperta da Cesvi ad Harare e ha ricevuto le cure necessarie. Aperta nel 2004 per accogliere ragazzi di strada, abbandonati o rimasti orfani a causa dell’Aids e a rischio droga o delinquenza, la Casa del sorriso ospita circa 200 minori all’anno. “Nello Zimbabwe, la diffusione dell’hiv riguarda 1,5 milioni di persone, al contagio sono maggiormente esposte le giovani donne costrette a prostituirsi”, spiega la ong. Per questo Cesvi ha avviato un progetto per sostenere le ragazze madri fornendo loro un tetto, vestiti e accesso alle cure mediche. Grazie alla Casa del sorriso molte ragazze sono riuscite ad allontanarsi dalla strada e a trovare un lavoro: Gladis ha frequentato un corso per diventare estetista e parrucchiera, ha trovato un lavoro e ha smesso di prostituirsi. Cesvi è presente anche in Sudafrica dal 2002 dove ha avviato un progetto di lotta all’Aids nelle township alla periferia di Cape Town e aiuta donne e bambini vittime di violenza domestica.
La vita di Violeta è cambiata quando è arrivata alla Casa del sorriso di Lima, oggi ha 24 anni, aspetta un figlio dal suo compagno con cui gestisce un’attività commerciale. All’interno della Casa sono accolti bambini e adolescenti a rischio sfruttamento sessuale, vengono forniti servizi educativi, formativi e professionali per il reintegro sociale e familiare. “Le attività mirano al rafforzamento dei legami familiari perché, soprattutto nei distretti di San Juan de Miraflores, Villa Maria del Triunfo, Villa el Salvador e Lurìn, i minori escono dalle famiglie che sono incapaci di proteggerli da una rete di sfruttamento sessuale di proporzioni allarmanti – spiega Cesvi – Attraverso attività di prevenzione, diretta ai bambini e agli adulti, si sensibilizza e si diffonde la conoscenza del fenomeno che costringe molti minori a una vita in strada”.
Si chiama “Vivere con dignità” ed è il progetto che Cesvi ha avviato in Tagikistan “dove le donne si sposano molto giovani, spesso contro la loro volontà, subiscono violenze fisiche e psicologiche in ambito domestico”. Obiettivo del progetto è aiutarle a uscire da un contesto di abusi e oppressione, mettendole in condizione di lavorare e guadagnarsi da vivere: viene stanziato un budget iniziale per acquistare le attrezzature necessarie a iniziare l’attività scelta dalle donne. Sono 81 quelle pronte ad avviare un’impresa nei villaggi di Golubos, Istiqlol, Gussar e Nuriston. Tra loro c’è anche Sokina che, grazie al progetto, ha acquistato una mucca e produce latte, yogurt e formaggio.
Zimbabwe. Foto: Roger Lo Guarro |
Cesvi è presente anche in Myanmar nei distretti di Namsham, Manton e Namtu dove fornisce assistenza nei villaggi e organizza percorsi di formazione per ostetriche, “ogni 100 mila parti sono 178 le donne che muoiono, 26 i neonati e 40 i bambini a causa di cure post-natali”. In India la ong ha aperto una Casa del sorriso a Madurai dove accoglie ragazze tra i 6 e i 15 anni provenienti da aree povere e degradate. La casa è un centro residenziale – ospita donne vittime di violenza domestica assistite attraverso il counselling – e offre cure mediche e attività di formazione per l’inserimento attivo delle donne nella comunità locale. Nel 2016 sono state 27 le ragazze che hanno imparato a usare il computer e 14 quelle che hanno seguito il corso di sartoria. (lp)