"Adotta l’Orso", parte dal carcere il concorso letterario contro l'autoreclusione
- MILANO – Parte dal carcere ma si rivolge all’intera società “sempre più malata di auto-reclusione”, “Adotta l’Orso”, il concorso letterario internazionale che vuole essere “anche l’avvio di una vera e propria campagna di sensibilizzazione per dare voce e sostegno alla vita che è in ognuno di noi e alla sua libera espressione – spiegano gli organizzatori -. Ognuno, con la propria esperienza, può dare il proprio contributo, affinché nessuno resti solo, bloccato nel suo dolore”.
La partecipazione al concorso, autobiografico, è aperta a tutti, persone recluse e liberi cittadini, minorenni e maggiorenni, ospedalizzati e non. Il progetto è promosso da Cisproject in collaborazione con la Casa di Reclusione di Milano-Opera e il patrocinio del Dipartimento di Giurisprudenza, del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino e del Gisdi di Massagno. L'Associazione Cisproject Leggere Libera – Mente, da oltre 10 anni attiva nel carcere di Opera con corsi di scrittura creativa ed autobiografia, presenta la terza edizione del concorso che si rivolge ad adulti e studenti che tendono a isolarsi dal mondo. C’è tempo fino al 15 marzo 2018 per presentare le opere.
“L’iniziativa - spiegano gli organizzatori - prende forma dalla riflessione che la nostra società è malata di ‘auto-reclusione’, un’affermazione forte, ma confermata dal fatto che ci sono milioni di persone in un qualche modo ‘affette’. Un tema che quest'anno, per la prima volta, vede fra i promotori anche l’Università di Torino, con i Dipartimenti di Giurisprudenza e di Psicologia. Sono milioni i depressi che si chiudono in casa, milioni di persone che soffrono di attacchi di panico e che giorno dopo giorno si auto-recludono sempre più, così come le vittime di bullismo e cyberbullismo, i dipendenti da internet, che possono arrivare a licenziarsi o a non andare a scuola per vivere in un mondo parallelo. E che dire poi dell’anoressia e della bulimia? O delle persone chiuse in carcere che si auto-recludono, rinunciando a partecipare alle attività che, benché limitate, comunque sono presenti? Sì, perché anche in carcere ci si può auto-recludere. Rabbia, paura, vergogna, indegnità, imperdonabilità, desiderio di riscatto sono alcuni dei sentimenti di cui parla chi si è raccontato, spesso come conseguenza di uno o più episodi traumatici vissuti: un lutto, una separazione, insuccessi a scuola, episodi di violenza”.
L’importanza della scrittura. “La biblioterapia e la scrittura possono svolgere un ruolo importante per evitare di rinchiudersi ‘in un mondo diverso, isolato’ – sottolinea Cisproject -. È una prima forma di aiuto e auto-aiuto. Il concorso si articola in 3 sezioni: una di prosa, una di poesia, una artistica. E 2 ambiti: adulti e studenti. I lavori, anche dialettali, dovranno essere tradotti in italiano. E’ possibile partecipare con un racconto, una lettera, una pagina di diario, una poesia che abbia come tema di fondo l’autoreclusione, un disegno, un componimento artistico o fotografico. L’iscrizione è gratuita ed è gradito un contributo volontario, a parziale copertura delle spese di segreteria, di 5 euro. I concorrenti sono invitati a consegnare i lavori in formato A4, possibilmente scritti al computer o a macchina, mentre per le persone detenute si accettano anche in stampatello. Per la prosa: al massimo due cartelle. Per la poesia: 2 liriche per un massimo di 60 versi. E’ ammessa la partecipazione ad entrambe le sezioni, purché accompagnate da scheda di iscrizione”.
I concorrenti dovranno consegnare gli elaborati via mail, all’indirizzo segreteria.organizzativallm@gmail.com. Mentre le persone detenute potranno inviarlo a Cisproject, via Cimarosa 13, 20144 Milano o personalmente al gruppo Leggere Libera-Mente presso la casa di reclusione di Milano-Opera. La Giuria sarà composta da corsisti detenuti del progetto Leggere Libera-Mente e da giornalisti e cultori della materia. (Teresa Valiani)