13 ottobre 2005 ore: 12:22
Salute

''Adotta una madre'': campagna dell'Aidos per aiutare le donne in gravidanza nei paesi in via di sviluppo. Con 20 euro al mese per anno si possono assicurare le cure prima, durante e dopo il parto

Locandina Campagna Adotta una madre

Locandina campagna Aidos "Adotta una madre"

ROMA - Nel Terzo Mondo ogni minuto una donna muore per conseguenze legate alla gravidanza e al parto. Per arginare questa emergenza l’Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo) lancia la campagna “Adotta una madre”. “In Italia, quando una donna aspetta un bambino, può contare su una rete di strutture sanitarie, preparazione al parto, analisi, servizi ostetrici di emergenza – informa l’Aidos -. Nei Paesi in via di sviluppo non è così: solo la metà dei parti è assistita da personale specializzato, moltissime donne non fanno alcuna visita prenatale, né un'ecografia. Spesso l'ospedale è troppo lontano o non attrezzato per un'emergenza”. Quindi l’associazione propone di contribuire con 20 euro al mese per anno per “assicurare a una donna del Terzo mondo le cure prima, durante e dopo il parto. E salvarle la vita”.

 

Per Aidos, “la sensibilizzazione della società civile su temi quali i diritti umani delle donne, maternità senza rischi, violenza di genere, eguaglianza di genere e l'abbandono di pratiche tradizionali come le mutilazioni genitale femminili è parte del lavoro quotidiano. Una parte di vitale importanza”. Tra i progetti in corso, un’iniziativa congiunta in Pakistan contro l’Aids (nelle province di Punjab, Sindh, Frontiera Nordoccidentale, Baluchistan, e Territori del Nord) che vede l’impegno di numerosi partner europei e pakistani; tra questi, Interact Worldwide (Regno Unito). “Il Pakistan è una nazione a basso reddito, al 65° posto su 90 nella classifica dello Human Poverty Index (dato 2001); più del 30% della popolazione vive al disotto della soglia di povertà, il tasso di alfabetizzazione è basso, e il 60% degli abitanti hanno meno di 25 anni di età. Diversi gruppi di giovani sono particolarmente esposti al rischio di contagio all’Hiv”, riferisce l’Aidos. Per informazioni, www.aidos.it. (lab)
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