"Afgani non andate via": governo e attivisti sui social per arginare l'esodo
ROMA - Barconi pieni di migranti in balia delle onde, corpi senza vita sulla battigia dopo un naufragio e sullo sfondo una scritta: “Don’t go. Stay with me. There might be no return!”. Non partite, restate qui. Potrebbe essere un viaggio senza ritorno. In basso un logo ufficiale, quello del ministero dei Rifugiati e per il rimpatrio del governo afgano. Sono immagini comparse in questi giorni social network ufficiali del governo afgano e rilanciate sulle pagine dell’Atlantic, una sorta di campagna “dissuasiva” rivolta agli afgani che decidono di emigrare verso l’Europa. Un messaggio “patriottico”, quello affidato a Facebook e Twitter, per cercare di convincere quanti vogliono andar via a restare per ricostruire il paese. Tra le immagini diffuse, infatti, anche quella che mette a confronto la foto di un bambino ad una fontana in un campo profughi e quella in cui padre e figlio in un campo coltivato dicono “amo il mio paese, non lo lascerò. Lo ricostruirò per i miei cari”.
Secondo l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, sarebbero più di 50 mila gli afgani che avrebbero lasciato la propria terra dall’inizio dell’anno. Un esodo che ha fatto scattare il campanello d’allarme tra i leader afgani che temono anche una irreparabile fuga di cervelli. "Tra i migranti ci sono alcuni con un’alta formazione – ha affermato Islamuddin Jorat, portavoce del ministero dei Rifigiati e per i rimpatri -. Alcuni hanno anche il dottorato. Questi giovani potrebbero servire all’Afghanistan”. L’appello del governo a non lasciare il paese, però, non è l’unico a circolare sui social. Da pochi giorni, infatti, alcuni attivisti hanno lanciato una vera e propria campagna su Twitter per chiedere ai giovani “cervelli” di non partire. E sono già tanti i giovani che lasciano cinguettii con la propria foto ed un cartello con l’hashtag #AfghanistanNeedsYou.
Ma a Kabul non sono gli unici ad aver avviato progetti per arginare il fenomeno. Sul fronte dell’accesso all’istruzione e del lavoro c’è anche Afghan society of muslim youth. “Abbiamo raggiunto un accordo con diverse università per permettere agli studenti di venir ammessi riducendo le tasse - racconta all’Atlantic Modaser Islami, attivista e membro della Afghan society of muslim youth -. Stiamo cercando di evitare che sempre più giovani vadano all’estero e affrontino i pericoli della migrazione”.(ga)