5 marzo 2024 ore: 15:13
Non profit

“Arianna. Fuori dal Labirinto”: da giovani detenuti ad arbitri e istruttori sportivi

La scommessa del Csi di Reggio Calabria: negli ultimi diciotto mesi, 36 detenuti minorenni coinvolti in percorsi di volontariato sportivo all'interno delle associazioni, o in laboratori formativi Csi. Molti hanno ottenuto le qualifiche di educatore sportivo, arbitro o animatore dei centri estivi
CSI csi progetto arianna

ROMA – Da autori di reato a promotori d'inclusione e di relazioni: è l'obiettivo e il risultato del progetto “Arianna. Fuori dal labirinto”, promosso dal Csi (Centro sportivo italiano) di Reggio Calabria e finanziato dalla Fondazione Con i Bambini, nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Al centro, c'è lo sport, inteso come strumento di riabilitazione, rieducazione e riscatto sociale, durante e dopo la detenzione in carcere. Tante sono, infatti, le persone che, nello sport e con lo sport, stanno provando a giocare "tutta un'altra partita", rispetto a un passato a volte difficile, caratterizzato da errori, dolori e cadute.

Negli ultimi diciotto mesi, in un momento storico segnato dall’aumento dei minori in carcere, sono trentasei i ragazzi minorenni che, grazie a questo progetto, hanno vissuto e stanno vivendo esperienze significative e di impegno, attraverso percorsi di volontariato sportivo all'interno delle associazioni e gruppi sportivi Csi, partecipando alle giornate di educativa sportiva di strada nei quartieri più fragili della Città Metropolitana di Reggio Calabria o prendendo parte ai laboratori formativi Csi, acquisendo competenze e condividendo esperienze e relazioni. Molti ragazzi hanno ottenuto le qualifiche di Educatore Sportivo, Arbitro o Animatore dei centri estivi, e oggi sono protagonisti in campo accanto all'equipe Csi. Alcuni di loro, autori in passato di comportamenti violenti o danneggiamenti, arbitrano oggi gare dei campionati giovanili Csi, o sono impegnati in attività di animazione per i più piccoli nelle strade o piazze della città, dopo averle ripulite o riqualificate. All’interno di questo percorso di rinascita, sono stati inseriti, nell'ultimo anno, anche 11 adulti, su provvedimento dei Tribunali e con la collaborazione dell'Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Reggio Calabria.

I due impianti sportivi Comunali a gestione Csi di Pellaro e Gallina e l'impianto pubblico a Modenelle di Arghillà sono le location privilegiate che in questi mesi stanno accogliendo tante storie e la voglia di cambiamento di chi, in passato o fino a qualche mese fa, è stato protagonista di un reato, condizionando la propria vita o quella di intere famiglie. Le attività sono varie e i palazzetti o il campetto diventano "spazi di rinascita", dove rimettersi in gioco.

L'esperienza della Messa alla Prova al Csi per alcuni è quotidianae, per altri ha cadenza settimanale: dalla cura del verde intorno all'impianto, all'accoglienza delle società sportive fino alla pulizia degli spazi comuni, tante sono le attività che vedono come protagonisti i soggetti beneficiari della Map. Importante anche il coinvolgimento della comunità sportiva reggina, che vive quotidianamente gli impianti sportivi Csi. I soggetti in Messa alla Prova spesso infatti partecipano positivamente alle attività delle società sportive, sostenendole attraverso un impegno operativo e partecipato.

Le storie

C'è anche chi sta prendendo parte al corso di segnapunti o sta svolgendo il corso per l'utilizzo del defibrillatore. Scelte, impegni e partecipazione che provano a far vivere percorsi di cambiamento attraverso un visione formativa e sociale (nuova a queste latitudini) dello sport. F. , giovane in messa alla prova , tra corsi di formazione, campus e impegno sul campo, oggi è diventato animatore in Oratorio e si è iscritto all'università. Dice che da grande vuole fare l'educatore.

Anche G., adulto con un importante reato alle spalle, oggi è quotidianamente impegnato ad assistere istruttori e ragazzi fruitori dell'impianto, prendendosi cura anche dello spazio giochi all'esterno dell’impianto sportivo. A Modenelle di Arghillà, quartiere fragile del territorio di Reggio Calabria, il campetto pubblico, fondamentale per il territorio e realizzato dall'amministrazione comunale, è custodito da A., giovane padre che abita nel quartiere. Ogni settimana è lui a prendersi cura dello spazio sportivo, ripulendo l'area ludica.

Determinate per il progetto Csi è la rete creata con i servizi e l'associazionismo sportivo. L'equipe e i gruppi di lavoro con gli assistenti sociali Ussm e Udepe, gli istruttori, animatori ed educatori Csi, stanno guidando quest'esperienza, diventata ormai una buona prassi e un’alternativa virtuosa, in un territorio dove spessissimo la criminalità assume il ruolo, in ogni ambito, di assoluta protagonista. “L’dea di sport che da anni stiamo provando a portare avanti a Reggio Calabria, città complessa e spesso succube di comportamenti malavitosi e incoerenti, va verso la direzione che da ottant’anni guida la nostra associazione: educare con lo sport, si può fare. Un concetto che, tra bellezze, fatiche e fragilità, ci spinge a giocare, in questo martoriato territorio, tutta un'altra partita!”, dichiara Paolo Cicciù, presidente di Csi Reggio Calabria

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news