"Black Reality", il teatro per favorire l’accoglienza dei migranti
ROMA - L’inizio è stato casuale. Un’idea nata nel 2011, in epoca precedente alla crisi dei migranti, che ha portato Gianluca Riggi e Valerio Gatto Bonanni, in collaborazione con Flavio Ciancio, a iniziare un lavoro di integrazione e inclusione sociale attraverso il teatro con ragazzi provenienti dall’Africa, ma anche da Afghanistan, Bangladesh e Kurdistan accolti in Cas o progetti Sprar di Roma. “Il primo spettacolo era una sorta di reality show in cui 14 ragazzi si impegnavano a diventare cittadini italiani subendo le scelte del pubblico che li costringeva ad affrontare una serie di prove simboliche per essere accettati, in palio c’era un permesso di soggiorno – spiega Riggi – Era il periodo di Maroni al ministero degli Interni, quindi era in linea con i tempi”. Il laboratorio durò 7/8 mesi e lo spettacolo andò in scena al Teatro Palladium. “Purtroppo, la maggior parte dei ragazzi era irregolare e non abbiamo avuto la possibilità di portare lo spettacolo fuori Roma, ‘Black Reality’ morì con quell’esperienza. Ma il progetto è andato avanti”.
L’obiettivo è rappresentare l’esperienza di chi affronta un viaggio di migrazione e raccontare la quotidianità di scontro e integrazione che si trova a vivere in quell’occidente. “I nostri laboratori non sono rivolti esclusivamente ai migranti ma sono liberi e aperti a tutti ma con l’obiettivo di lasciare segni evidenti sul territorio – continua Riggi – A Tor Sapienza, ad esempio, hanno partecipato una sessantina di persone tra migranti e abitanti del quartiere. È stata una situazione bellissima”.
Nel 2013 il tema del laboratorio era l’attesa, lo stato esistenziale in cui si trovano i migranti che aspettano sempre: il permesso di soggiorno, un lavoro, il foglio di via, una telefonata, il rimpatrio. Lo spettacolo si chiamava “Black Reality. Aspettando, cercando…”. Da quel momento, il progetto ha avuto cadenza annuale, Riggi e Gatto Bonanni hanno lavorato con i ragazzi dello Sprar Gerini di Rebibbia e a Tor Sapienza con quelli del Cara Staderini. “Ci siamo impiantati a Tor Sapienza, al Centro culturale Giorgio Morandi ed è lì che nel 2016 che è nato lo spettacolo ‘The black is the new black’ – spiega Riggi – Una produzione molto coreografica in cui viene messa in scena l’ipocrisia della società europea nel rapporto con le migrazioni in cui i migranti diventano pacchi, spostati continuamente. Il gruppo cambiava continuamente perché i ragazzi venivano trasferiti, spostati come pacchi appunto, e ogni volta ricominciavamo con un nuovo gruppo”. Nel 2017 non ci sono state nuove produzioni, ma Black Reality sta per ripartire con un nuovo laboratorio in cui i partecipanti lavoreranno sulla danza e, in particolare, sul Bolero di Ravel.
Oltre agli spettacoli sono stati realizzati anche una serie di tutorial per migranti: mini web serie che affrontano in maniera ironica ma non offensiva il tema degli sbarchi dei migranti sulle coste europee. Nei video vengono proposte situazioni paradossali e surreali con piccole provocazioni ispirate all’opera dei Monty Python, a web serie come The Jackal o alla comicità di Buster Keaton. I tutorial sono 4: “Come si affronta un razzista”, “I soliti incivili”, “Mimetizzarsi o nascondersi” e “Pomodori rossi e braccianti in nero”. (lp)