"Bologna sempre più accessibile": l'impegno del disability manager
Disabile lavora al computer
BOLOGNA - Informare, formare, rendere più accessibile la città. Sono queste le tre direzioni lungo le quali si articolerà il lavoro di Egidio Sosio, disability manager di Bologna (non associato a SIDiMA, Società italiana disability manager), fresco di nomina da parte del sindaco Virginio Merola. Sosio ha 61 anni: dopo la diagnosi di retinite pigmentosa, da Como si è spostato a Bologna per studiare all’Istituto per ciechi Cavazza, del quale è stato anche coordinatore e formatore. Presidente per anni della sezione provinciale dell’Unione italiana ciechi, oggi Sosio si trova a ricoprire un ruolo delicato: “Già in campagna elettorale avevamo presentato, come coordinamento delle tante associazioni di disabili sul territorio, una decina di punti che chiedevamo ai candidati di recepire. La prima richiesta era stata proprio quella di individuare un interlocutore che facesse da intermediario tra le associazioni e l’amministrazione. Sono stato sorpreso che il sindaco abbia scelto me, ne sono molto orgoglioso: un bellissimo riconoscimento per i miei 40 anni di attività. A dir la verità sono anche un po’ preoccupato, perché il lavoro è tanto, ma ce la metterò tutta”.
“Sosio si occuperà di verificare che gli interventi del Comune siano armonici e non in contrasto rispetto alle tante difficoltà che le persone disabili incontrano – ha spiegato il sindaco Merola –. Barriere architettoniche, certo, ma non solo. Il disability manager sarà un facilitatore che, partendo dal punto di vista di chi ha modalità differenti di movimento o percezione, aiuterà a progettare la città e i suoi quartieri nel rispetto di tutti”. Sosio parla di una figura in divenire, che come prima cosa sarà chiamata a incontrare gli organismi dell’amministrazione e ad approntare una logistica e un supporto adeguati per affrontare il lavoro. Parola d’ordine: non difendere una singola categoria ma raccogliere le esigenze di tutti. “Non amo molto gli inglesismi, a disability manager preferisco garante per le disabilità. Un ruolo che svolgerò a titolo volontario, come richiesto dalle normative comunali”.
Per prima cosa, spiega di voler lavorare sull’aspetto informativo, a partire da una convinzione: tanti ostacoli si potrebbero rimuovere senza l’intervento dell’amministrazione, ma semplicemente chiedendo un passo in avanti ai cittadini, “per questo punto molto sull’aspetto educativo e divulgativo”. In secondo luogo, la formazione, perché in caso di interventi – come l’eliminazione di una barriera architettonica – sia chi decide l’intervento sia chi lo porta avanti sia adeguatamente formato, per esempio conosca le pendenze degli scivoli e i piccoli – ma fondamentali – accorgimenti per rendere gli spazi accessibili alle persone con disabilità. Poi, naturalmente, la questione barriere architettoniche: “Una volta che avremo tutte le informazioni necessarie, l’accessibilità sarà la nostra priorità. Ovviamente valutando anche le risorse economiche che il comune deciderà di destinare a questo scopo”.
“Non esiste un albo dei disability manager – commenta Sosio –, e non credo sia utile una categorizzazione. Ci sono persone con una grande esperienza idonee a ricoprire questo ruolo, anche senza precisi percorsi di formazione. Ritengo anche più appropriato il disability manager sia una persona con disabilità, perché un disabile è portato ad affrontare le cose con una sensibilità particolare”. (Ambra Notari)