31 ottobre 2014 ore: 10:18
Immigrazione

“Chiudere Mare nostrum, gravissimo errore”. L’appello delle associazioni

“Il governo non ceda alle spinte xenofobe”. Le principali sigle impegnate al fianco dei migranti scrivono a Renzi perché l’operazione della Marina militare non si fermi: “Proseguirla è un dovere per uno stato che voglia definirsi democratico”
Operazione Mare nostrum, sbarchi, salvataggio immigrati

ROMA – “Proseguire l’operazione Mare Nostrum è una scelta responsabile che oggi l’Italia deve compiere, per dimostrare nei fatti che la salvaguardia di ogni vita umana è il primo dovere di uno Stato che voglia definirsi civile e democratico”. Le principali associazioni che lavorano al fianco dei migranti lo scrivono chiaro nell’appello lanciato oggi per salvare in extremis Mare nostrum (l’operazione della marina militare dovrebbe terminare tra pochi giorni per lasciare il posto a Triton). Dalla Caritas al centro Astalli, passando per Arci, Asgi, Sant’Egidio e gran parte del mondo del volontariato e il terzo settore, l’invito al Governo è a “non cedere alle spinte demagogiche e xenofobe e di proseguire con la missione, rafforzando la pressione politica nei confronti dei partner europei affinché contribuiscano a mantenerla in vita sostenendola anche economicamente.

- Chiediamo inoltre – si legge nell’appello – che il Governo si faccia promotore in Europa dell'applicazione della direttiva europea 55/2001 sulla protezione temporanea e dell'avvio di un programma europeo di reinsediamento dei rifugiati in arrivo dalle aree di crisi e di conflitto”.

Secondo le associazioni, che hanno indetto una conferenza stampa oggi a Roma, la decisione del governo di porre fine all’operazione Mare Nostrum è un “gravissimo errore”. “Lanciata dopo la strage del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 persone, ha consentito il soccorso e il salvataggio di migliaia di persone – sottolineano - La maggior parte di coloro che attraversano il mediterraneo sono uomini, donne e bambini che fuggono da guerre, violenze e persecuzioni, persone che tentano così di salvare la loro vita, che hanno diritto alla protezione internazionale e che nessuna operazione di rafforzamento dei controlli delle frontiere può fermare”.

Le associazioni ribadiscono che il programma europeo Triton, che verrà lanciato l’1 novembre e che secondo il ministro Alfano dovrebbe sostituire Mare nostrum, ha obiettivi diversi. “Opererà solo in prossimità delle acque territoriali italiane, svolgerà un’azione non di soccorso ma di controllo delle frontiere e non è quindi assimilabile a Mare Nostrum, come hanno affermato i competenti organismi dell’UE, a partire dallo stesso Direttore dell'agenzia Frontex – spiegano -Triton non fermerà né le partenze né le stragi. I viaggi continueranno ma in condizioni ancor meno sicure dato che verrà meno quell’unico strumento di soccorso garantito in questo anno da Mare Nostrum. E' quindi assolutamente necessario garantire continuità a un'operazione che, come Mare Nostrum, operi in acque internazionali, con un mandato chiaro di ricerca e soccorso”. Le associazioni che hanno sottoscritto l’appello sono: Centro Astalli, comunità di Sant’Egidio, Caritas Italiana, Acli, Arci, Asgi, Cnca, Fondazione Migrantes, Rete G2, Chiese Evangeliche in Italia, Emmaus, Giù le frontiere, Libera, Razzismo Brutta Storia, Rete Primo Marzo, Save The Children Italia, Sei Ugl, Terra del Fuoco, Uil, Cgil Casa dei Diritti Sociali-Focus.

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