“Cloud”, le nuove generazioni raccontano il loro tempo presente
Vivere l’attimo, godersi la vita, ma anche affrontare la solitudine e lottare in un mondo che di spazio ai giovani ne lascia sempre troppo poco. Saranno questi alcuni dei temi di “Cloud”, il Festival delle giovani generazioni dedicato alle ragazze e ai ragazzi tra i 13 e i 17 anni, quest’anno alla sua prima edizione. Organizzato dal Cnca – Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza, il festival si svolgerà mercoledì 24 marzo interamente online in diretta sui canali YouTube e Facebook dell’organizzazione, e lascerà uno spazio aperto al dialogo tra generazioni, sperimentando nuovi linguaggi, per parlare di un tema centrale: quello del tempo presente. I giovani come stanno vivendo la pandemia? Quali ostacoli hanno dovuto affrontare? E quali risorse e opportunità inaspettate gli si sono aperte davanti?
Si parlerà di comunità di accoglienza, culture giovanili, scuola, formazione, ma anche musica e sport. Tra gli ospiti invitati a dare il loro contributo, insieme ad alcuni membri del Cnca, ci sono regista e sceneggiatore Gabriele Salvatores, l’atleta Ivan Lombardi, campione di scherma paralimpica, l’attivista di Fridays for Future Federica Gasbarro e l’educatore Daniel Zaccaro, che lavora in una comunità per minori segnalati dal Tribunale dopo che lui stesso, dopo un’adolescenza tormentata, è stato in carcere per furti e rapine. A dialogare con loro la giornalista di Open Online Giada Giordi e il sociologo di Codici Ricerche e Intervento, Stefano Laffi, esperto di culture giovanili. L’evento ospiterà anche una performance live dell’artista visivo Andrea Corvino aka Lol63 – corroversoisoldi, l’intervista di Nelson e Stiva dei rovere, una band pop molto apprezzata dagli adolescenti, e un intervento di Share Radio e Radio Immaginaria.
“Cloud nasce da un tavolo di lavoro strutturato prima della pandemia da Covid-19, coinvolgendo in prima persona proprio i giovani del Cnca, che hanno suggerito temi e riflessioni da sviluppare – spiegano gli organizzatori –. Uno dei ragazzi protagonisti del tavolo ha raccontato che una cosa che ha imparato, o cercato di imparare, durante le giornate del lockdown è stata quella di ‘vivere il presente, momento dopo momento’. Cosa voglia dire vivere il presente è il tema centrale di questa edizione. Non sarà però un festival per addetti ai lavori, ma un’iniziativa aperta alla comunità nelle sue generazioni, che costruisce spazi di confronto, che lavora con i ragazzi sull’importanza del prendere parola e di diventare protagonisti, di praticare il diritto a raccontarsi”.
Durante l’evento, infatti, il pubblico composto da adulti e adolescenti di età e provenienze diverse potrà collaborare assieme al racconto del festival stesso, ponendo domande direttamente ai protagonisti e utilizzando le possibilità del digitale per accorciare le distanze. Durante la diretta verranno anche presentati i materiali realizzati dalle ragazze e dai ragazzi tra i 13 e i 17 anni che hanno partecipato alla call “Tempo presente”, lanciata a inizio gennaio a tutti gli enti e le cooperative afferenti al Cnca: i giovani hanno realizzato brevi video, di due minuti circa, per raccontare il loro tempo presente. Dal montaggio dei video è stato realizzato un mini-doc di 10 minuti, che verrà presentato durante il festival.
“Il festival è un esercizio di ascolto collettivo rispetto a un dizionario del presente, a partire dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze di oggi, che raccontano come stanno vivendo questo momento di emergenza – conclude il sociologo Stefano Laffi –. Da un anno i giovani sono chiusi a casa, chiamati ad ascoltare gli adulti e a rispondere a verifiche, senza avere la possibilità di dire la loro. L’ascolto, quindi, è quantomeno un atto dovuto: i ragazzi sono stati i primi sacrificati dalle misure, e gli ultimi a riguadagnare il loro posto. Questo tempo presente è un tempo forte, pressante, che ci condiziona tantissimo, mentre il futuro è assolutamente indeterminato. Ecco perché tanti giovani, come quelli di Fridays for Future che hanno manifestato nelle piazze venerdì scorso, chiedono alla politica di prendere delle decisioni nell’oggi: sanno che spesso le promesse sul futuro sono delle trappole, il cambiamento deve avvenire nel nostro tempo presente”.