27 ottobre 2016 ore: 17:08
Giustizia

"Creativi dentro": a Torino il primo negozio dedicato ai prodotti made in carcere

Aperto in centro, di fronte al palazzo del Municipio, il negozio è stato ristrutturato da detenuti e guardie penitenziarie. Al suo interno distribuiti i prodotti di tredici aziende create nelle carceri italiane. La garante per i detenuti pensa a un polo d’accoglienza per il lavoro esterno
Banda biscotti - Made in carcere

Banda biscotti - Foto: www.myfreedhome.it

Banda biscotti - Foto: www.myfreedhome.it
Banda biscotti - Made in carcere

- TORINO - A concedere i locali in comodato d’uso, all’interno di un edificio centralissimo che fu progettato da Lanfranchi e Juvarra, è stato il comune di Torino. Della ristrutturazione, invece, si sono occupati direttamente detenuti e agenti penitenziari: per oltre due mesi  hanno lavorato spalla a spalla, organizzando turni e facendo avanti e indietro tra il carcere “Lorusso e Cutugno” e le vetrine che, dal civico 2 di via Milano affacciano direttamente sul Municipio. Proprio qui, nel  pomeriggio, è stato inaugurato il primo negozio interamente dedicato alla distribuzione di prodotti  “made in carcere”: un’operazione unica nel suo genere, che i promotori sperano possa fare da apripista per altre città italiane. 

Tra accessori, oggetti di design e prodotti enogastronomici, “FreedHome - Creativi dentro” distribuisce attualmente tredici marchi, tutti prodotti nei laboratori che associazioni e cooperative sociali hanno aperto nelle carceri dello Stivale: c’è la “Banda biscotti”, un’azienda dolciaria nata nella casa circondariale di Verbania e la sua omologa di Busto Arsizio, “Dolci Libertà”;  ci sono i laboratori di “Pausa Caffè”, che al “Lorusso e Cutugno” di Torino si occupano di torrefazione di caffè e lavorazione del cacao, mentre a Saluzzo hanno impiantato un birrificio artigianale e ad Alessandria un panificio. E ci sono, ancora, stamperie, prodotti agroalimentari, abbigliamento, cosmesi e molto altro ancora.   “L’obiettivo ora - ha dichiarato la Garante comunale per i diritti dei detenuti, Monica Cristina Gallo - è far si che questo negozio diventi un luogo d’accoglienza per i detenuti che vogliano lavorare all’esterno del carcere, in regime di articolo 21. E dal momento che questa amministrazione si sta dimostrando particolarmente sensibile ai temi legati all’imprenditorialità, che si prenda atto che ci sono ancora oltre duemila mani non ancora utilizzate in carcere”. 

Lo store di Torino
Myfreedhome - Lo store di Torino

A patrocinare l’iniziativa infatti, oltre alla Compagnia di San Paolo e all’Amministrazione penitenziaria, c’è anche la giunta pentastellata da poco insediata a Torino, che ha raccolto il timone dalla precedente amministrazione guidata da Piero  Fassino. Proprio nel corso dell’inaugurazione, la neo-sindaca Chiara Appendino ha siglato un nuovo protocollo d’intesa con l’Amiat, la municipalizzata che nel capoluogo sabaudo si occupa della raccolta dei rifiuti. Del programma beneficeranno novanta detenuti del “Lorusso e Cutugno”, che nei prossimi sei mesi potranno uscire all’esterno del penitenziario per svolgere lavori di pubblica utilità: le attività saranno a titolo volontario e gratuito, ma il Comune integrarerà questi moduli con attività in regime di lavorio accessorio, che verranno retribuite grazie a un contributo della Compagnia di San Paolo e alla collaborazione della “Casa di carità Arti e Mestieri”, che fungerà da committente dei lavori e pagherà i detenuti tramite voucher. Dei costi assicurativi per la copertura di eventuali infortuni o malattie professionali si farà carico l’amministrazione comunale, che ai detenuti fornirà anche i titoli di viaggio offerti gratuitamente dall’azienda trasporti. (ams)

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