21 ottobre 2024 ore: 13:21
Ambiente

“Curare è prendersi cura”: il convegno nazionale Ail su ambiente e salute

Esperti nel campo della medicina, delle scienze sociali e ambientali, esponenti delle istituzioni e dell’associazionismo a confronto sulle correlazioni esistenti tra inquinanti ambientali e salute dei cittadini. E cercano l'integrazione tra politiche ambientali e sanitarie
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ROMA – Esiste una relazione tra ambiente e salute? Naturalmente sì. Qual è allora l'impatto dell'esposizione ad inquinanti ambientale e il comparire di malattie, prime fra tutte il cancro? E come è possibile integrare politiche ambientali e sanitari, per migliorare la salute dei cittadini e sfidare, al tempo stesso, la crisi ambientale? Sono alcune delle domande al centro del Convegno Nazionale organizzato dall’Ail, dal titolo: “Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario, benessere e stili di vita”, che si è svolto a Roma venerdì 18 ottobre.

I numeri

Il cancro rappresenta la più grande sfida sociale, di salute pubblica ed economica del XXI secolo; a livello globale è responsabile di un decesso su sei. Nel 2022 sono stati stimati 20 milioni di nuovi casi di cancro e 9,7 milioni di decessi. Si prevede che nel 2050 i nuovi casi saranno oltre 35 milioni, con un aumento del 77% rispetto al 2022. Il rapido aumento del carico oncologico globale riflette sia l'invecchiamento della popolazione, sia i cambiamenti nell'esposizione delle persone ai fattori di rischio, molti dei quali sono associati allo sviluppo socioeconomico. L'inquinamento atmosferico rimane un fattore di rischio ambientale di primaria importanza. L’aumento dell’incidenza tumorale coincide con l’inevitabile innalzamento dei costi pubblici che gravano sulla spesa sociale delle famiglie, rafforzando le disparità sociali e territoriali e gravando, inoltre, sul Sistema Sanitario Nazionale.

Il convegno

Il convegno ha offerto uno spazio di confronto sul tema dei rischi per la salute e il benessere in relazione all’inquinamento e agli stili di vita, con l'obiettivo di ridurre il rischio sanitario dovuto all’inquinamento. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, “circa il 22% delle malattie globali sia dovuto all’esposizione a fattori ambientali modificabili; questa percentuale sale tra il 23 e il 26% nei bambini. Gran parte di questi rischi, però, potrebbero essere evitati attraverso la riduzione del rischio ambientale”. L'inquinamento rappresenta un rischio ormai accertato per la salute umana, soprattutto in presenza di elevate concentrazioni di inquinanti anche per brevi periodi o l’esposizione a basse concentrazioni per lunghi periodi di tempo. Vari tipi di inquinamento, come quello atmosferico, del suolo e dell'acqua, possono contribuire all’insorgenza di problemi ematologici.

Nonostante l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e gli sforzi effettuati da parte delle istituzioni, si riscontra un grande ritardo nell’adozione di misure per contrastare i drammatici scenari rappresentati dall’OMS Europa (2024), che prevede in crescita i numeri del cancro e, parallelamente, il peso economico delle cure sui sistemi sanitari: nel 2050 si stimano oltre 35 milioni di nuovi casi, +77% rispetto al 2022. Inoltre, l’aumento dell’insorgenza tumorale si caratterizza per la riduzione dell’età media della popolazione, deteriorandone la qualità della vita individuale, sociale e innalzandone i costi pubblici che gravano sulla spesa sociale e sul Sistema Sanitario Nazionale.

Nel corso del Convegno sono intervenuti scienziati ed esperti di discipline che spaziano dalla medicina epidemiologica e oncologica, alle scienze per la vita come biologia, nutrizione e agricoltura, fisici e sociologi.

 

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