“Dalla strada alla casa”: Milano scommette sull'housing first per i senza dimora
MILANO - “Un nostro ospite in via Adriano si è fidanzato con la vicina di casa e sono andati a convivere”. Parte da un aneddoto “sentimentale” Alberto Sinigallia, Presidente di Fondazione Progetto Arca, tra i giganti nazionali nel settore accoglienza e marginalità, che lungo la penisola ospita quasi 6.300 persone in 93 strutture, per descrivere che cos'è e come funziona l'housing first. Sigla inglese, su cui il Comune di Milano ha scommesso 184.275 euro tramite bando, tra fine 2018 e 2019, per sperimentare in città 25 posti letto su questa modalità di presa in carico di persone senza dimora, nell'ambito di una più ampia riorganizzazione dei servizi per senzatetto che varrà 2,4 milioni di euro fino al 30 giugno 2019. L'avviso pubblico si è chiuso lunedì 8 ottobre e si attende l'apertura delle buste. Fondazione Arca è fra i candidati e una delle poche realtà che in Italia ci ha già provato, importando l'approccio da Usa, Inghilterra, Canada e Portogallo con sei appartamenti su Milano e uno su Roma. Come funziona? “Dalla strada alla casa il passaggio è immediato” si legge nella pagina esplicativa del sito. “Si tratta di un ingresso diretto in appartamento, senza il percorso a scalini fatto di marciapiede, dormitorio, comunità e solo alla fine appartamento – spiega Sinigallia – . Si saltano la prima e la seconda accoglienza”, ribaltando l'approccio classico che vede l'abitazione come un punto di arrivo, non di partenza. Perché farlo? “Conviene far uscire le persone dall'indigenza – è la risposta netta –: In Canada hanno investito un miliardo di dollari canadesi sull'housing first, perché ci sono persone che stanno in dormitorio per decenni e questo ha un costo sociale ed economico enorme”.
L'approccio è nato decenni fa negli Stati Uniti finalizzato alla presa in carico dei malati psichiatrici che vivono in strada. “La situazione più grave”, la definisce il Presidente di Arca, perché “lo psichiatrico in strada non accetta nessun trattamento di ospedalizzazione mentre in casa è sotto controllo, prende i farmaci, permette di effettuare terapie”. Per questo il bando dell'amministrazione prevede, fra le caratteristiche per aggiudicarsi il servizio, l'intervento dello psicologo-psichiatra dentro l'appartamento e non in ambulatorio, nei contesti informali e nelle situazioni di vita quotidiana dell'ospite. L'housing first può essere utilizzato anche sulle dipendenze da droga e alcol e sui genitori separati che “hanno deviato dalla propria vita: prima vengono presi in carico, prima tornano ad essere cittadini nel senso più ampio”.
Le linee guida comunali prevedono la disponibilità di appartamenti in coabitazione messi a disposizione dal terzo settore, da tre posti letto, per 25 posti complessivi. Una “grande innovazione del bando” ma anche una soluzione ibrida, dettata da ragionamenti economici, perché l'housing first puro “modello anglosassone” non prevede la coabitazione fra più persone. La retta giornaliera è da 27 euro. Arca, che promuove questo modello assieme Fio.psd (Federazione italiana degli organismi per senza dimora) e che dal 2014 fa parte di una rete di 48 organizzazioni che offrono soluzioni abitative a 668 persone, destinerà un appartamento per singolo individuo qualora dovesse essere fra gli enti attuatori, garantisce il Presidente, avvalendosi del lavoro dell'antropologa Alice Stefananizzi che ha studiato l'housing first per tre mesi sull'altra sponda dell'Atlantico dedicandoci la propria tesi. Tra le caratteristiche principali i luoghi degli appartamenti. “Contesti residenziali” spiega Alberto Sinigallia, “è questa una delle leve della riattivazione” perché “il vicino di casa deve essere il proprietario della pizzeria che poi gli trova lavoro”. Si basa sulla relazione e sulla “possibilità di fare incontri che aiutino” anche perché il modello prevede che l'ospite si esentato dalla spese di gestione dell'appartamento finché non percepisce un reddito minimo che gli garantisce di contribuire con almeno il 30 per cento delle proprie entrate. (Francesco Floris)