"Dopo di noi", le assistenti sociali: ora abbattere le barriere culturali
ROMA – Parla di “vittoria” Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale degli Assistenti sociali, riferendosi all'approvazione alla Camera, ieri, della legge sul Dopo di noi. Una vittoria “fortemente voluta da tutte quelle famiglie con figli disabili - sulle quali quotidianamente pesano l’assenza, la carenza e, a volte, l’inadeguatezza di strutture pubbliche di supporto - alle prese con l’angoscia e con la preoccupazione di non poter più assistere, quando anziani o quando non ci saranno più, i loro figli che sono nell'impossibilità di far fronte autonomamente alle necessità della loro quotidianità cui quelle stesse famiglie fanno fronte – quasi sempre nel silenzio e nella solitudine – per una vita intera”.
Il traguardo, però, è tutt'altro che raggiunto e tanto c'è ancora da fare: “ci auguriamo – continua infatti Mordeglia - che questo sia solo il primo passo di un lungo cammino verso la realizzazione di iniziative e strumenti nuovi, che favoriscano l’inclusione delle persone con disabilità e, di conseguenza, la loro piena fruizione di quei diritti inalienabili all'educazione, all'occupazione, alla formazione, alla salute, alla mobilità dai quali sono, invece, troppe volte esclusi che non devono e non possono più essere considerati quasi come un privilegio”. E per compiere questo ulteriore “scatto in avanti”, spiega Mordeglia, occorre ora “abbattere quelle barriere culturali, così diffuse, che impediscono ai disabili una piena autonomia. Barriere che troppo spesso sono all’origine di approcci discriminatori ed obsoleti ed assolutamente incoerenti in una società evoluta quale vogliamo sia la nostra”. Intanto, conclude Mordeglia, “il Senato approvi a sua volta e senza indugi questo provvedimento trasformandolo definitivamente in legge”.