"Dora", l’emporio solidale di Reggio Emilia cerca volontari e donazioni
REGGIO EMILIA - “La mia generazione è l’ultima a essere cresciuta sentendo addosso il problema diffuso della fame. Da piccoli la fame ci ha sfiorati, i nostri genitori l’hanno vissuta a pieno e ci hanno educati alla consapevolezza che quella è la condanna peggiore per una famiglia”. A parlare è Paolo, uno dei 30 volontari coinvolti nel progetto di “Dora”, l’emporio solidale di Reggio Emilia che aprirà nei prossimi mesi al quartiere Gardenia e consentirà alle famiglie in difficoltà di fare la spesa grazie a una tessera a punti. Dopo aver lavorato per 40 anni come direttore delle infrastrutture di una grande azienda, oggi Paolo ha scelto di sostenere questo progetto: “Credo che la sostenibilità dell’emporio nel lungo periodo dipenda dalla rete di persone, imprenditori e cittadini con cui riusciremo a creare, e mantenere, un rapporto di sostegno costante”, dice. Per ora, Paolo lavora da casa e sta creando un database di aziende del settore alimentare, “l’idea è coinvolgere nel progetto dell’emporio le realtà più sensibili e generose del territorio”.
Finanziato dalla Fondazione Manodori, l’emporio è sostenuto da Caritas, DarVoce, Auser, Associazione Papa Giovanni XXIII, Protezione civile, Associazione Servire l’uomo, Associazione Solidarietà e dal Comune di Reggio Emilia. Sono 50 le famiglie che potranno fare la spesa all’emporio con una tessera a punti ricaricabile, saranno segnalate dai Servizi sociali del Comune e dai centri di ascolto della Caritas diocesana tra quelle che rischiano di scivolare nella povertà, ad esempio perché uno dei membri ha perso il lavoro, e hanno bisogno di un aiuto temporaneo. “L’emporio avrà una dimensione di quartiere perché non sia solo un supermercato in cui fare la spesa ma un luogo di relazione in cui le famiglie possano essere seguite – spiega Federica Severini di DarVoce, il centro servizi per il volontariato di Reggio Emilia che è capofila del progetto – Per questo abbiamo puntato su un lavoro di sensibilizzazione del quartiere, perché non vogliamo che l’emporio sia qualcosa che le persone subiscono, ma un’iniziativa partecipata”. Oltre a fare la spesa, le famiglie potranno usufruire di servizi aggiunti come la formazione e l’orientamento al lavoro.
Appello per donazioni e volontari. “L’apertura dell’emporio è prevista per febbraio e il lavoro di rete sui soggetti del territorio prosegue, ora c’è bisogno di aumentare le donazioni in denaro, alimentari e il numero dei volontari”, afferma Severini. Al momento sono circa 30 le persone, con esperienze e competenze diverse, che hanno dato la disponibilità a fare volontariato nell’emporio. Sono 28 le aziende che sostengono il progetto, in vari modi: c’è chi ha fatto donazioni in denaro, chi ha regalato stampante e computer, chi ha donato i cestini per fare la spesa e chi ha realizzato il sito Internet di Dora gratuitamente. I promotori puntano a coinvolgere sempre di più anche i cittadini: “Vorremmo creare punti di raccolta aperti in città in cui le persone possono portare prodotti da donare all’emporio, così che da ‘progetto di quartiere’ possa diventare ‘progetto di comunità’ – conclude Severini – Il nostro obiettivo è fare in modo che l’emporio diventi autonomo”. (lp)