18 febbraio 2016 ore: 14:59
Società

"Dustur", Islam e Costituzione dialogano all'interno del carcere

Il nuovo lavoro del regista Marco Santarelli segue le lezioni di Costituzione italiana per i detenuti musulmani della Dozza di Bologna e la storia dell’ex detenuto Samad. Un dentro e un fuori destinati a incrociarsi in uno dei luoghi simbolo della Resistenza – e della Costituzione – italiane: il cimitero di Casaglia a Marzabotto
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BOLOGNA – Un viaggio dentro e fuori il carcere seguendo due storie: quella dei detenuti musulmani della Dozza impegnati in un corso scolastico sulla Costituzione italiana e quella di Samad, giovane marocchino ex detenuto dell’istituto penitenziario bolognese. Su queste fondamenta poggia ‘Dustur’ (costituzione in arabo) il nuovo documentario del regista romano Marco Santarelli. “Le riprese sono cominciate nel 2014, quando è partito il corso: ho filmato tutte e 24 le lezioni del frate dossettiano Ignazio, volontario religioso che ha studiato il diritto islamico e per molti anni ha vissuto in Medio Oriente”, spiega. 

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Il corso sulla Costituzione italiana alla Dozza a confronto con le regole e i valori del mondo arabo è iniziato nel novembre 2014: tra i partecipanti, tutti di religione musulmana, giovanissimi al primo reato e altri con alle spalle molti anni di carcere. Presente a ogni incontro un ospite esterno. A tenere le fila, oltre a Ignazio, Yassine Lafram, mediatore culturale musulmano e coordinatore della Comunità islamica di Bologna. Suo il compito di tradurre in italiano – e in un arabo comprensibile da tutti – i diversi dialetti parlati dai detenuti e mediare le posizioni più estreme. “Mission del corso, la stesura da parte dei partecipanti della loro costituzione ideale. È stata questa la molla che mi ha convinto a girare questo documentario”. 

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In ‘Dustur’, parallelamente alle lezioni, corre la storia di Samad, marocchino di 25 anni uscito dal carcere 2 anni fa dopo averne trascorsi 4 in Dozza per traffico internazionale di stupefacenti. Uscito dal carcere si è diplomato e si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, e per mantenersi lavora in un’officina meccanica alle porte di Bologna. “Lui è stato l’ultimo ospite del corso, rientrato per partecipare alla discussione e alla scrittura di un dustur ideale. Tra le mura della biblioteca del carcere ha ritrovato alcuni amici e qualche compagno di braccio. Anche un ragazzo con cui per un po’ divise la cella”. 

“Il tema più discusso? Sicuramente la libertà religiosa. E si è parlato molto anche della libertà da dare a una persona che decide di cambiare religione, convertendosi dall’Islam al Cristianesimo. È stato il momento più acceso e caldo. Quanto ai valori di sintesi, tutti hanno sottolineato l’importanza dell’istruzione, della conoscenza e della libertà, bypassando i luoghi comuni”.

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Ignazio, il religioso volontario del corso e tra i protagonisti di ‘Dustur’, è una vecchia conoscenza del regista: “L’ho incontrato ai tempi del mio primo documentario in Dozza, ‘Milleunanotte’. È stato lui a presentarmi Samad”. ‘Milleunanotte’ è un film del 2012, focalizzato sulla ‘domandina’ che i detenuti devono scrivere. Nel linguaggio carcerario, la ‘domandina’ è il termine tecnico che indica la richiesta che il detenuto deve compilare per essere autorizzato a incontrare il suo avvocato, fare una telefonata, fare richiesta per lavorare, avere un colloquio con un familiare, chiedere di vedere il suo educatore o uno dei tanti volontari che quotidianamente operano nel penitenziario. Ed è seguendo il percorso delle ‘domandine’ che ‘Milleunanotte’ entra nelle storie personali dei detenuti e nei labirinti burocratici che regolano la vita in carcere. “Il ruolo fondamentale dei volontari negli istituti penitenziari è quello che ho voluto omaggiare nei miei due lavori. E sono molto felice, perché il corso sulla Costituzione è partito anche quest’anno”.

Nel documentario, il viaggio di Ignazio e Samad cominciato dietro alle sbarre si concluderà in Appennino, a Marzabotto, uno dei luoghi simbolo della Resistenza e della Costituzione italiana. “Ignazio, il cristiano, e Samad, il musulmano, entreranno insieme nel cimitero di Casaglia, e torneranno a confrontarsi sui temi affrontati sino a quel momento nel carcere”. 

Dustur, prodotto da Zivago Media, Ottofilmaker e Istituto Luce (che anche lo distribuisce), dopo essere stato presentato alla Casa del cinema di Roma e in concorso al Torino Film Festival, venerdì 26 febbraio sarà proiettato in anteprima a Bologna, al Cinema Lumière in occasione di ‘Visioni italiane’, il concorso nazionale per corto e mediometraggi nella sezione ‘Fare cinema a Bologna e in Emilia-Romagna’ (venerdì 26 alle 20.30 alla presenza del regista; sabato 27 alle 18 e domenica 28 alle 16). A marzo sarà distribuito nei cinema e parteciperà a ‘Cinéma du réel. Festival International de films documentaires’, a Parigi dal 18 al 27 marzo. (Ambra Notari) 

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