10 giugno 2016 ore: 12:38
Economia

“Emporio Savoia", la boutique solidale a sostegno delle persone svantaggiate

Verrà inaugurata il 15 giugno e propone al pubblico capi di abbigliamento ricevuti in donazione e rimessi a modello dagli ospiti delle strutture Caritas, oltre a prodotti e accessori da loro realizzati, a fronte di un prezzo simbolico. Il ricavato permetterà di potenziare il laboratorio, incrementando il numero dei partecipanti
Boutique solidale. Vestiti usati

ROMA - “Abito qui” è il progetto "di mani e di cuore" realizzato dalla Caritas di Roma e dall'Ipab Asilo Savoia per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone svantaggiate attraverso la boutique solidale “Emporio Savoia”, che verrà inaugurata mercoledì 15 giugno, alle 10.30, nella sede di via Monza 4. Alla manifestazione interverranno: Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio; monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma; Massimiliano Monnanni, presidente Ipab Asilo Savoia; Rita Visini, assessore regionale alle Politiche sociali.

La Boutique propone al pubblico capi di abbigliamento ricevuti in donazione e rimessi a modello dagli ospiti delle strutture Caritas, oltre a prodotti e accessori da loro realizzati, a fronte di un prezzo simbolico. Donne e uomini - senza dimora, rifugiati e protetti internazionali - che per la prima volta hanno l'opportunità di misurare le proprie abilità e competenze professionali, acquisite nel corso dell'attività svolta all'interno di un laboratorio di sartoria, in un progetto condiviso, di cui sono parte attiva e integrante.

L'intero ricavato della “Boutique solidale” permetterà di potenziare il laboratorio, incrementando il numero dei partecipanti e aumentando i corsi di formazione. Il gruppo di lavoro, inoltre, riceverà un rimborso spese per l'opera svolta e gli ospiti più meritevoli saranno proposti per stage e tirocini professionali presso aziende del settore. L'obiettivo principale del laboratorio, come della Boutique, è quello di offrire un'opportunità di reinserimento sociale a persone svantaggiate, ma anche di rendere consapevole la città dell'importanza del riuso e del riciclo, diffondendo l'idea che ciò che è di seconda mano può trasformarsi in una fonte di lavoro per chi dal mercato del lavoro è stato escluso.

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