"Ero rimasto l’ultimo…": quei bambini disabili che aspettano un genitore
ROMA – Gli ultimi dati che abbiamo risalgono al febbraio 2014: secondo il Dipartimento per la Giustizia minorile, allora in Italia c'erano 300 minori disabili in attesa di essere adottati. Da allora, le cifre non dovrebbero essere cambiate in modo significativo, visto che, secondo il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, circa un minore adottato su 10 ha una forma di disabilità.
- La legge 184/1983 stabilisce che tutti i minori, anche quelli con disabilità, hanno il diritto di crescere ed essere educati nell’ambito di una famiglia. E all'articolo 44 prevede quattro casi di cosiddetta adozione particolare, applicabile nei confronti del minore che non possa essere dichiarato in stato di adottabilità sul territorio italiano: l'adozione a favore di parenti o terzi estranei; l’adozione da parte del coniuge del genitore; l’adozione di minore disabile; l'adozione per impossibilità di affidamento preadottivo. Queste adozioni “particolari” sono consentite anche a conviventi more uxorio e a persona singola e non sono previsti limiti massimi di età per l'adottante: un modo per incoragiare e facilitare le adozioni, in questi casi più complessi.
Non solo: c'è un'altra legge, la 149/2001, che prevede, all'articolo 6, che “nel caso di adozione dei minori di età superiore a dodici anni o con handicap accertato ai sensi dell’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992 n. 104, lo Stato, le Regioni e gli enti locali possono intervenire nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle disponibilità finanziarie dei rispettivi bilanci, con specifiche misure di carattere economico, eventualmente anche mediante misure di sostegno alla formazione e all’inserimento sociale, fino all’età di diciotto anni degli adottati”.
Nonostante questo, è ancora molto difficile per un bambino con disabilità trovare una famiglia o un genitore adottivo. Secondo Anfaa, l'associazione nazionale delle famiglie adottive e affidatarie, “in Italia i bambini disabili, malati, pre-adolescenti o adolescenti problematici che vivono ricoverati negli istituti o nelle comunità alloggio sono alcune migliaia”. Si tratta di bambini non riconosciuti alla nascita in ospedale, oppure ricoverati in istituto dopo qualche anno e lasciati lì dai genitori, incapaci di sostenere il peso della malattia. Altri ancora sono stati allontanati dalle famiglie dalle autorità competenti, spesso in seguito a violenze. “Questi minori trascorrono la loro infanzia e adolescenza in un istituto, senza alcun legame vero - riferisce ancora Anfaa - Spesso vedono i loro compagni andar via uno dopo l’altro perché adottati o affidati o perché rientrano a casa loro, mentre loro rimangono lì: alla disabilità, alla malattia e al disagio si aggiunge il dolore di essere stati abbandonati e di essere rifiutati da tutti. 'Ero proprio rimasto l’ultimo…', ha detto un bambino con disabilità fisica ai propri genitori adottivi, quando l’hanno preso con loro”.
All'origine del problema ci sono, secondo Anfaa, non solo le difficoltà e le possibili reticente dei genitori adottivi nell'affrontare la disabilità, ma anche una grave carenza del sistema delle adozioni particolari: “il mancato sostegno alle adozioni complesse, dal momento che risulta ancora inattuato il comma 8 dell’’art. 6 della legge 149/2001”. E c'è anche un problema relativo allo status giuridico di questo tipo di adozione, che è considerata “non legittimante”: ciò significa che questa tipologia di adozione non consente agli adottanti di diventare genitori a tutti gli effetti, in quanto è revocabile, non elimina i rapporti fra il minore e la propria famiglia d’origine e, soprattutto, non sancisce lo status di figlio legittimo. Proprio questa sua caratteristica ha suscitato recentemente l'attenzione di una Raccomandazione del Comitato Onu, che si chiede se l’effetto non legittimante, ottempera all’articolo 3 della “Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, ossia se rispetta l’interesse superiore del minore, “che deve avere una considerazione preminente”. In attesa che queste criticità trovino una soluzione, è bene, che nella Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia, si tenga alta l'attenzione su questa popolazione particolarmente vulnerabile: quella dei bambini con disabilità che ancora aspettano di trovare un genitore. (cl)