5 giugno 2013 ore: 16:18
Immigrazione

“In Libia lager per rifugiati costruiti con fondi europei”, Habeshia mostra le foto

Online sul blog dell’agenzia gli scatti che mostrano profughi eritrei ammassati in condizioni disumane in centri di detenzione a Burshada e Shurman, dove sarebbero sottoposti a torture. La segnalazione giunta a padre Zerai
http://habeshia.blogspot.it/ Rifugiati: lager per rifugiati in Libia

Rifugiati: lager per rifugiati in Libia

Roma - Cinque fotografie che mostrano l’orrore: decine di persone ammassate in stanzoni angusti e fatiscenti, a dormire per terra senza neanche un materasso, con due piccole finestrelle da cui passa poca aria e poca luce. Stipati l’uno accanto all’altro, in mano hanno solo un quadrato di cartone per smuovere l’aria, in un’atmosfera che pare di un caldo soffocante. Sono le testimonianze eccezionali pubblicate online dall’agenzia Habeshia, giunte con due segnalazioni da gruppi di profughi eritrei trattenuti in Libia a padre Mussie Zerai.
Secondo quanto scrive l’agenzia, si tratterebbe di “centri di detenzione per rifugiati” che portano la targa della Commissione Europea e dello Iom (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Padre Zerai li definisce “lager” e scrive: “i profughi mi chiedevano il perché si trovassero in una struttura che sembra costruita con fondi europei, altrimenti non si spiega la targa affissa nel capannone dove 54 eritrei di fede cristiana sono costretti a vivere ammassati, ogni giorno vivono l'incubo a causa dei militari ubriachi o drogati che sparano all'impazzata, o si divertono a tirare i sassi per colpire nel mucchio. Questo accade ogni sera nel centro di Burshada, targato IOM e Commissione Europea”.
In un altro centro a Shurman, denuncia il sacerdote eritreo, sono trattenute donne africane di cui 95 eritree, 10 etipoi e 10 di diversa provenienza dall’Africa Occidentale.  Gli è stato riferito che tra loro ci sarebbero alcune donne in gravidanza, anche al nono mese, che non hanno mai visto un medico e non hanno ricevuto assistenza. Rischiano di partorire in un luogo che versa in pessime condizioni igieniche. Con loro, in condizioni di sovraffollamento, ci sono 15 bambini dai 7 mesi ai 5 anni d’età, tutti costretti a vivere in detenzione senza nessuna colpa. E tra le donne, alcune soffrirebbero di gravi patologie, costrette comunque a vivere in mezzo alla sporcizia.
 
“I fondi europei usati per costruire dei lager dove torturare i profughi?- si chiede Zerai - è questo lo scopo? In cosa consiste la "via libera alla cooperazione tra UE e Libia per combattere l'immigrazione clandestina"? E ancora:
Quello che ci chiediamo è chi deve proteggere i profughi e rifugiati? Se le persone bisognose di protezione internazionale sono tenute nei lager che riportano targhe dell'UE o IOM, istituzioni che dovrebbero rappresentare per molti profughi e rifugiati la 'salvezza' protezione, accoglienza, invece si ritrovano a vivere l'incubo”.
 
Padre Zerai fa appello ai politici europei “per chiarire che uso si sta facendo dei fondi europei in Libia” e all’Unione europea che “non deve diventare complice degli abusi, dei maltrattamenti inumani, dei lager dove le persone vengono massacrate a botte fino alla morte”.
“L'Ue – conclude il sacerdote - deve ingaggiare una lotta seria per i diritti umani e i diritti dei rifugiati, non contro di loro, cosi si rischia di spingerli in pasto e nelle mani dei trafficanti, a volte trafficanti che sono in divisa militare”. (Raffaella Cosentino)
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