"In Lombardia gli agenti chiamati a ristrutturare il carcere". La denuncia del Sappe
MILANO - "Follia pura". Il segretario del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria Donato Capece, non usa mezze misure. Così definisce la comunicazione di servizio emessa il 13 febbraio 2015 dal direttore del carcere di Opera Giacinto Siciliano avente come oggetto "professionalità presenti presso il personale di polizia penitenziaria per interventi infrastrutturali". Nella nota si chiede di "coinvolgere il personale di polizia penitenziaria che possegga le capacità tecniche" nella ristrutturazione delle strutture carcerarie "in ambito regionale". La comunicazione interna, infatti, segue la nota numero 7904/pers del 30 gennaio 2015 diramata dal Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria di Milano. "Il provveditore, che è vicino alla pensione, ha grossi problemi di salute. È una cosa che non si è mai vista", punta il dito Capece. Il segretario del Sappe invoca l'articolo 5 della legge 395/90, dove sono precisati i compiti istituzionali dei baschi blu della Polizia penitenziaria. Il lavoro di ristrutturazione e manutenzione del carcere non compare tra le mansioni. "Non è possibile – aggiunge Capece – affidarlo agli agenti della polizia".
Il fatto che la comunicazione interna provenga da una nota del Provveditorato fa dire a Capece che "sicuramente questa comunicazione è stata diramata in tutte le carceri lombarde". Per il segretario del Sappe, invece che dare nuove mansioni agli agenti della penitenziaria, "si dovrebbe dare lavoro ai detenuti che stanno tutto il giorno a non fare niente".
Capece oggi ha incontrato il viceministro della Giustizia Enrico Costa che si è detto interessato a risolvere la questione. Tra gli argomenti toccati da Capece e dal ministro anche la vicenda degli agenti sospesi per i commenti pubblicati su Facebook alla notizia di un detenuto suicida. "La sospensione è una pena sproporzionata", afferma il segretario, che considera il fatto "un episodio di bullismo, seppur esecrabile". Il Sappe per questo ha già presentato ricorso al Tar per la decisione assunta dal Dipartimento di amministrazione penitenziaria ed è convinto di vincere "perché non ci sono le giustificazioni normative per un provvedimento del genere, il Dap farà l'ennesima brutta figura". (lb)