“Isee fai da te”: i Caaf svolgono il servizio, ma senza convenzione e requisiti
ROMA – “Siamo costretti all’Isee fai da te. Ma nell’interesse dei cittadini che siamo chiamati a tutelare, continueremo a lavorare così, accollandoci quella semplificazione che tanto è stata sbandierata”: Mauro Soldini, responsabile dei Caaf Cgil, riferisce così la decisione, presa lunedì scorso durante l’assemblea dei Caaf, di accogliere e svolgere le pratiche relative al nuovo Isee, sebbene non sia ancora giunta, da parte del ministero del Lavoro e dell’Inps, alcuna risposta, né in merito ai requisiti tecnici né riguardo la convenzione economica richiesta dai Caaf all’Inps, in virtù dell’aumento del carico di lavoro che i centri dovranno sopportare.
“Il vecchio Isee era estremamente semplice – ricorda Soldini – mentre quello nuovo richiede una lavorazione e una consulenza molto più lunghe e complesse”. Per fare qualche cifra, “abbiamo calcolato un raddoppio del nostro carico di lavoro e per questo abbiamo chiesto, già da tempo, un incremento economico del 60%, che sarebbe appena sufficiente per non mettere in difficoltà il servizio. Ricordiamo – precisa – che il compenso dei Caaf è fermo al 2006, fatta salva una riduzione del 20% tre anni fa”. La richiesta, insomma, sarebbe per Soldini più che ricevibile.
Nessuna risposta, però, è ancora arrivata, nonostante le ripetute sollecitazioni. “Nel frattempo, aumenta la richiesta da parte degli utenti, che hanno bisogno dell’Isee per accedere a bonus e servizi di sostegno. Abbiamo deciso quindi di continuare a dare risposta alla domanda, a nostro rischio e pericolo. Siamo una struttura di tutela e non vogliamo mandare via le persone senza offrire loro il servizio di cui hanno bisogno. Rinnoviamo però il nostro appello alle istituzioni, perché nelle prossime settimane ci sia prospettata la possibilità di un aumento congruo dei compensi. Altrimenti, non potremo garantire la continuità del servizio, perché rischieremmo di mettere a rischio la tenuta economica delle strutture e di chi vi lavora”.
Per Soldini, quindi, “le istituzioni smettano di dichiarare nei videoclip televisivi che il nuovo Isee è più equo e semplice, quando questa semplificazione è caricata tutta sulle spalle degli intermediari sociali come i Caaf. Siamo in impasse, ma non vogliamo tenere in impasse anche le famiglie che già hanno il problema dell’accesso ai servizi”. Oggi quindi, chi entra in un Caaf per richiedere l’Isee “troverà tutta la nostra disponibilità a svolgere il servizio, ma con la massima attenzione e cautela, visto che, peraltro, siamo ancora in attesa dei requisiti tecnici”. (cl)