"Italy amore mio", in un film le difficoltà delle seconde generazioni
VENEZIA - Una storia d'amore e l'arte della danza per superare il conflitto tra culture e appropriarsi della libertà di espressione sono al centro del nuovo film di Ettore Pasculli, "Italy amore mio", presentato oggi a Venezia nell' ambito della 70esima Mostra del cinema. Il lungometraggio - prodotto da Upc studios ed Exformat comunicazione con il contributo di Gruppo Bayer Italia, DanceHaus Susanna Beltrami, Uci cinemas e Nuovo CIB - racconta le violenze psicologiche nei confronti delle donne e le difficoltà di integrazione per i figli di genitori stranieri. Il film, che ha ottenuto il plauso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed è patrocinato dal ministero dell'Integrazione, uscirà nelle sale UCIcinemas in autunno. "Questo film è importante perchè bisogna cercare di far conoscere le storie delle seconde generazioni, i loro problemi - ha commentato il ministro Cecile Kyenge - e accompagnare i nostri giovani con gli strumenti che le istituzioni possono offrire". Il film racconta la storia di Alina, una giovane rumena che si trova a fronteggiare uno scontro tra due culture: quella della famiglia, orientata alla chiusura, e quella della società in cui è cresciuta, animata da principi di libertà e uguaglianza. Il desiderio di esprimersi liberamente, soprattutto attraverso la danza, pone la protagonista in una situazione di conflitto con la famiglia. "Alina dimostra che, se le sue coetanee godono ogni mattina di libertà e diritti acquisiti, per lei la conquista della libertà diventa un gioco di vita o di morte" ha spiegato il regista. (gig)