“L'ampliamento dello Sprar potrebbe abbassare gli standard di accoglienza"
MILANO - "C'è il rischio che l'ampliamento dello Sprar porti ad un abbassamento dello standard di accoglienza". A preoccuparsene è Loredana Leo, legale referente di Asgi nel Lazio. Da questo mese il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati si amplierà di 16 mila posti, ma in quali strutture saranno ricavati? "L'aumento dei posti è di per sé positivo, ma ora va verificato se sarà effettivamente un miglioramento per le condizioni dei richiedenti asilo o viceversa sarà solo una manovra di facciata per inglobare i centri dell'emergenza Nord Africa", aggiunge Salvatore Fachile, altro socio Asgi del foro di Roma.
I due legali sono coordinatore e curatrice di Card- Centro analisi sull'applicazione del regolamento Dublino, un progetto di monitoraggio costante finanziato da Open Society riguardo le condizioni di accoglienza. L'Italia è sotto la lente di ingrandimento della Corte europea da quattro anni, cioè da quando per la prima volta il Tribunale di Minden, una cittadina tedesca della Renania, ha deciso di impedire l'applicazione del Regolamento Dublino per un richiedente asilo che doveva essere rispedito in Italia, il primo Paese dell'area Schengen in cui ha messo piede. Secondo il Tribunale, però, l'Italia non è in grado di garantire accoglienza, quindi il richiedente non se ne va. Da allora di sentenze del genere se ne sono susseguite decine, non solo da Tribunali tedeschi, ma anche svizzeri e svedesi. "A quanto ci hanno detto dei nostri colleghi in Germania, circa il 50 per cento dei Tribunali amministrativi tedeschi ha emesso sentenze del genere", spiega Loredana Leo. L'ultima risale a ieri e ad emetterla è stato il Tribunale di Francoforte.
Finora, però, per la Corte europea l'accoglienza italiana non è paragonabile a quella greca, Paese in cui non è più possibile applicare il regolamento Dublino. "Un Paese non è in grado di accogliere se non rispetta l'articolo 3 della Cedu (Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ndr) che vieta la tortura. Si gioca tutto sulle condizioni di avvoglienza", precisa Loredana Leo. Attraverso il progetto card Card, che sarà online tra la fine di marzo e l'inizio di aprile secondo le previsioni dei legali, "vogliamo mettere in piedi un sito per contrastare l'applicazione del regolamento Dublino in Italia, a Malta, in Ungheria e in Romania", Paesi dove non si rispetta il diritto all'accoglienza, commenta Salvatore Fachile. (lb)