28 aprile 2015 ore: 11:41
Giustizia

"La dolce evasione", le ricette e i racconti di un cuoco detenuto

L’autore è Gazmend Kullav, albanese, che nell'istituto penitenziario della Dozza (Bologna) ha scoperto la passione per la cucina. Il libro sarà presentato domani nell'ambito dell'evento di chiusura di “Fuori e dentro”
La dolce evasione: ricette dal carcere. Copertina

BOLOGNA – ‘La dolce evasione: ricette dal carcere’ è un libro di ricette e racconti, legati le une agli altri. L’autore è Gazmend Kullav, autore della rubrica di cucina del settimanale ‘Ne vale la pena’ del carcere bolognese. Gaz ha 43 anni, viene dall’Albania. È un detenuto della Dozza e il suo fine pena si sta avvicinando. Gaz, oggi, è uno dei cuochi del carcere: stando in istituto ha scoperto una passione, quella per la cucina, una passione che prima non conosceva. “Adesso che si avvicina la libertà, sa per certo che vuole continuare a fare il cuoco – spiega Valentina Rizzo, volontaria del Poggeschi per il Carcere –, ma è ben cosciente di quante difficoltà lo aspettano. Ha cominciato a cucinare per i compagni di cella, poi per la sezione. Adesso lo fa per tutto il carcere”. Così nasce l’idea di raccogliere alcune sue ricette in un libro, che sarà presentato mercoledì 29 aprile alle 20 all’Ortica di via Mascarella: l’occasione sarà la giornata conclusiva della rassegna ‘Fuori e Dentro. Un altro sguardo sul carcere’ organizzata da una rete di associazioni legate al volontariato penitenziario, guidate da VolaBo (Centro servizi per il volontariato di Bologna). All’appuntamento sarà presente anche Matteo Guidi, studioso e autore del libro ‘Cucinare in massima sicurezza’. “Gaz sarà presente, ha accumulato un sacco di permessi”, conferma Valentina. 

La dolce evasione: ricette dal carcere. Copertina

“Dal libro di Gaz si percepisce un gran senso di sacrificio – continua –: quello di cucinare in spazi angusti, con strumenti spesso non adeguati, considerato ciò che non si può portare in carcere. Ma c’è anche una grandissima inventiva: per esempio, inventarsi un forno per far lievitare i dolci con la carta stagnola e uno sgabello”. Ogni ricetta è accompagnata da un breve racconto, che la contestualizza e ne spiega il significato.

I dolci di Gaz, spiega, sono zuccherosissimi, fatti e decorati con sciroppi e miele: “Anche dalla scelta degli ingredienti si capisce molto sulla sensibilità di Gaz, sempre alla ricerca della convivialità. Fa l’impossibile per mettersi a disposizione degli altri”. C’è ‘il dolce del permesso’ fatto con le mandorle e le noci, pensato il giorno del permesso – appunto – di fare volontariato in una comunità; c’è la ‘torta Cristina’ dedicata alla professoressa vegana di inglese, con lo sciroppo alla pera e quello alla fragola; c’è ‘l’amicizia in carcere’, con la frutta secca e la crema pasticcera; c’è la ‘torta alle noci per la festa del papà’: “Quando Gaz la prepara, il pensiero corre a suo figlio, in Albania. Si sveglia la mattina, e pensa a quanto gli manca, a quanto è bello, ogni tanto, ricevere una sua lettera. In carcere, soprattutto in occasioni di ricorrenze e feste comandate, si respira una grande nostalgia: perché la detenzione la scontano anche le famiglie, soprattutto i figli. Così, quando cucina la torta per il papà, è per tutti un momento di riflessione: tutti pensiamo ai nostri padri, e molti anche ai propri figli”. 

All’evento del 29 sarà possibile acquistare ‘La dolce evasione: ricette dal carcere’ (offerta libera): tutto il ricavato sarà ‘reinvestito’ nelle attività della redazione di ‘Ne vale la pena’: “Magari, potremo fare stampare anche qualche copia in più da distribuire in carcere. Ne sarebbero orgogliosissimi”. (Ambra Notari)

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