"La rete non è omofobica": ricerca dell'associazione Diversity Lab
boxMILANO - Incredibile a dirsi ma rete non è omofobica. Almeno questo è quanto emerge dall'analisi del "sentiment" (la qualità delle conversazioni) su Facebook, Twitter, Youtube e Blogger di 29.427 conversazioni riguardo omofobia, matrimoni gay, omosessualità, adozioni e discriminazioni legate all'orientamento sessuale. La ricerca è stata condotta attraverso la piattaforma Viki Sentiment dalla neonata associazione Diversity Lab, un gruppo che propone un nuovo modello di formazione dedicata a professionisti del privato e della pubblica amministrazione per abbattere i pregiudizi legati all'orientamento sessuale.
"Nel 68 per cento delle conversazioni, l'atteggiamento degli utenti dei social network nei confronti dei temi Lgbt è positivo e solo nel 32 è negativo", spiega Francesca Vecchioni, presidente di Diversity. Anche quando si parla di famiglia omosessuale e non solo dei diritti dell'individuo l'atteggiamento della rete non cambia. Secondo la ricerca quando la parola chiave "famiglia" (sempre omosessuale) è collegata a "genitori", l'87 per cento delle conversazioni sui social network l'atteggiamento è positivo, lo stesso quando si lega a "fammiglie" (71 per cento). Le parole che on line sono più associate al tema dell'omoessualità sono matrimonio/matrimoni, nozze e coppie "a conferma che oggi la vera questione è la tutela dei legami affettivi", aggiunge Francesca Vecchioni.
Per promuovere la giusta comunicazione dei temi lgbt Diversity Lab lancerà prima dell'estate un concorso che premierà i media che meglio avranno trattato l'argomento, in base ad un'indicizzazione internazionale dei contenuti, chiamata Glaad. (lb)