1 febbraio 2017 ore: 09:22
Disabilità

"Le chiavi di casa", adulti disabili sperimentano l'autonomia: cresce il progetto

Il progetto, nato nel 2007 dalla sinergia tra le associazioni “Electra” e “Il Velocipede” e la cooperativa Koinè, si è perfezionato nel tempo. Ora si potenzia e sia amplia, grazie a un finanziamento della Chiesa Valdese. I partecipanti vivono periodi di vita autonoma, per sperimentare il distacco dalla famiglia
Accoglienza, ospitalità, casa: mano tiene chiave di un portone

ROMA – Sperimentare il distacco dalla famiglia e imparare a gestirlo, vivendo per periodi più o meno lunghi in una condizione di autonomia: è l’obiettivo che, ormai da 10 anni, si pone il progetto “Le chiavi di casa”, rivolto ad adulti con disabilità e promosso ad Arezzo dalle associazioni “Electra” e “Il Velocipede” e la cooperativa Koinè. Ora, grazie a un finanziamento della Chiesa Valdese, il progetto è assicurato almeno per un altro anno, ulteriormente ampliato e potenziato. II partecipanti al progetto vivono periodi più o meno brevi di vita autonoma, finalizzati alla valutazione ed al potenziamento delle autonomie personali e sociali. A questo scopo, è stato messo a disposizione del gruppo un appartamento finalizzato a far sperimentare periodi di preparazione e abilitazione utili sia a una più graduale ed efficace transizione al “dopo di noi”, sia a una maggior consapevolezza da parte di utenti e famiglie sull’effettivo livello di autonomia raggiunto e raggiungibile, allo scopo di progettare con maggiore efficacia le risposte ai bisogni di ciascuno.

L’obiettivo è quello di costruire percorsi di autonomia prima che il distacco dalla famiglia diventi inevitabile, attraverso l’organizzazione di periodi di residenzialità temporanea o semi-residenzialità all’interno di strutture che siano quanto più vicine possibile alla dimensione del nucleo familiare. Il progetto conta oggi 24 inserimenti, di cui 22 con formula residenziale completa (con pernottamento). L’età delle persone inserite va dai 18 ai 50 anni. Le attività proposte prevedono sperimentazione di brevi periodi definiti e programmati (week-end e infrasettimanali) in un luogo diverso dalla propria casa insieme al gruppo di pari; il monitoraggio e verifica delle capacità dei soggetti inseriti di gestire il quotidiano, dagli aspetti relativi alla cura del proprio spazio di vita a quelli più strettamente relazionali; il supporto alle famiglie nel predisporre l’allontanamento del figlio in modo graduale e non traumatico.

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