“Loveability”, il “salotto virtuale” dove raccontare le storie d’amore
Il sito ospita opinioni, richieste di amicizia e non solo e tante testimonianze dirette. C’è Dorotea che non parla più con i suoi genitori da quando ha scelto come compagno di vita Luca, divenuto paraplegico in seguito a un incidente stradale. Simone che ha la distrofia muscolare ed è in cerca di una ragazza dolce e solare con cui condividere una storia d’amore o – in mancanza di meglio – anche una relazione puramente passionale. Marilena, affetta da acondroplasia, che sogna un uomo speciale, di quelli capaci di restarti accanto anche nei momenti più grigi della vita. E c’è chi come Mirtha affronta il difficile tema dei devotee, persone sessualmente attratte dall’handicap e spesso considerate perverse anche da chi ha una disabilità. Lei ne ha incontrati vari e con un di essi ha avuto una vera relazione, di cui parla con serenità: “Per la prima volta c’era affinità dentro e fuori dal letto. Mi presentava ai suoi amici senza l’imbarazzo che di solito vedevo negli altri ragazzi”. La storia si è conclusa quando i genitori di lui hanno saputo della disabilità di lei.
Spesso su Loveability si parla dell'opposizione delle famiglie. È accaduto anche allo stesso Maximiliano Ulivieri, da sempre in lotta con una distrofia muscolare che ne ha condizionato il corpo senza fiaccare lo spirito. Da quattro anni Max, oggi 42enne, è sposato con Enza, bellezza siciliana di dodici anni più giovane di lui. All’inizio i genitori di lei non capivano: erano convinti che la loro amata figlia non potesse essere felice con una persona disabile e non hanno partecipato alla cerimonia nuziale. Per accorgersi poi che, malgrado il passare del tempo, Enza continuava ad essere serena e soddisfatta della sua scelta. E infatti la scommessa di Loveability è anche quella di sfatare un tabù di quelli duri a morire: “Voglio far capire a tutti quanta normalità ci sia nell’avere un rapporto sentimentale e sessuale con una persona disabile – spiega Ulivieri a SuperAbile Magazine –. Sotto questo aspetto esiste una grande ignoranza, intesa nel senso letterale del termine: si ignora, cioè, che vivere con un partner con disabilità può essere diverso, ma ugualmente soddisfacente”.
È innegabile, tuttavia, che ci siano persone che per la loro situazione fisica e psicologica stentano a trovare non solo l’amore, ma anche una relazione che duri lo spazio di una notte. Per questo Max Ulivieri sta portando avanti una battaglia per l’affermazione, anche nel nostro Paese, della figura dell’assistente sessuale “ormai un dato di fatto da 20 anni in Paesi come la Germania, la Svizzera, la Danimarca e l’Olanda». In Svizzera, per esempio, vengono organizzati corsi professionali per preparare gli addetti alla sexualassistenz. “Si tratta di corsi di 600 ore tenuti da psicologi, medici, sessuologi – prosegue l’animatore di Loveability –. Da noi, invece, esiste un’associazione moralistica tra assistenza sessuale e prostituzione, ma sono due cose completamente diverse perché questo tipo di corsi formano dei terapisti veri e propri”. A sostegno della battaglia per l’introduzione e la legalizzazione della figura dell’assistente sessuale c’è ora anche una petizione. Per info: Lovegiver.it. (ap)
Per leggere la versione integrale dell’articolo apparso su SuperAbile Magazine: http://www.superabile.it/sfogliatore/index.aspx?anno=2013&mese=02